Table of Contents Table of Contents
Previous Page  75 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 75 / 460 Next Page
Page Background

e nominare i delegati italiani allo stesso; di studiare un'organizzazione

operaia, di attuare le otto ore e di fondare un grande giornale ope–

raio in Italia

5

Il Congresso ebbe, secondo i tipografi milanesi, pur

tra infiniti limiti, il merito di

«

guidare un po' più concordemente

l'operaio italiano nelle proprie lotte

».

Ad analoghi obiettivi si ispi–

rava poi in sostanza la partecipazione al III Congresso internazionale

operaio tipografico tenutosi a Berna dal

25

al 27 agosto 1892,

in

cui

venne decisa la costituzione di una federazione internazionale tipo–

grafica, e in cui vennero dibattuti, come temi centrali, il problema

degli apprendisti e la riduzione delle ore di lavoro "". Questo più

deciso impegno politico di una parte degli operai tipografi si mani–

festò con particolare evidenza in occasione della lotta contro il rin–

caro del pane del 1892

107

Per larga parte dei tipografi militanti nell'associazione era ormai

diventato chiaro che la lotta antipadronale doveva essere condotta

più in profondità e che aveva bisogno soprattu tto di decisione, di

durezza, di metodi e di strumenti nuovi e adeguati alla posta in gio–

co. Dopo un ventennio di vita associativa ci si rendeva conto che lo

sciopero non poteva più essere considerato l'unico strumento di lotta.

Se esso infatti era valso a migliorare le condizioni degli operai, il

capitalista rimaneva pur sempre il padrone della situazione, poiché

nelle sue mani erano le redini dello Stato e nelle sue mani erano i

mezzi di produzione "".

L'unica prospettiva per gli operai veniva individuata dalla

«

Tipo–

grafia Milanese

»

nella lotta per

venire

in

possesso degli attrezzi· del lavoro; delle terre; socializzare la pro–

prietà, ora privata; rimettere all'umanità,

ciò

che la scienza dell'uomo va con–

tinuamente inventando, tendente a ridurre al minimo l'impiego delle nostre

forze; ripartire su

tutti

il

lavoro necessario dell'uomo; ripartire a tutti

gli

agi, le ricchezze che tutti in comune si produrranno.

Ci

si rendeva conto che, per giungere a questo, bisognava con–

quistare i

«

poteri pubblici

»,

bisognava anzitutto costituire una forte

«

federazione dei lavoratori per arti e mestieri

»,

bisognava sl

«

lot–

tare contro i proprietari, per la conquista di quei miglioramenti im–

mediati

»

che le organizzazioni operaie potevano conquistare, ma

bisognava soprattutto tener presente che la meta e il fine di ogni

IQtta doveva essere

«

il conseguimento del benessere dell'umanità;

del diritto all'esistenza e del dovere al lavoro per tutti indistinta–

mente »

109

Tutto ciò suonava come aperta adesione ai princlpi dell'allora

nascente Partito dei Lavoratori Italiani , al quale l'organizzazione dei

tipografi milanesi diede due membri del I Comitato Centrale

110

65

Biblioteca Gino Bianco