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l'attiva adesione dell'allora direttore della Tipografia dell'Orfano–

trofio, Angelo Colombo, ignorarono l'invito.

Il rifiuto dei proprietari di battere la via della collaborazione

con gli operai non

fu

comunque ritenuto dall'Associazione milanese

un insuccesso politico. Si ha anzi l'impre ssione che questa fosse

l'occasione, prevista e scontata, per dimostrare agli occhi di tutti che

l'abb andono di una politica riventicativa moderata era un'esigenza

imposta dalle circostanze obiettive, una scelta le cui responsabilità

ricadevano interamente sui proprietari. L'Associazione milanese si

presentò dunque al Congresso di Siena con una piattaforma rivendi–

cativa ben precisa e di portata generale. La piattaforma prevedeva

infatti:

1)

la fissazione di un minimum del prezzo del mille nella

misura di

45

centesimi; 2) la determinazione del prezzo del lavoro

a giornata nella misura di

«

30 franchi settimanali »; 3) l'istitu zione

delle

«

Commissioni Arbitra li » per giudicare sulle divergenze tra

operai e padroni; 4) la richiesta del

50%

in più della tariffa per le

ore straordinarie e festive; 5) l'adozione di una lista nera (indice)

«

per le tipografie che non vogliono sottomettersi ai regolamenti ed

alla tariffa »; 6)

il

divieto che nelle tipografie vi fosse più di un

apprendista ogni dieci operai

45 •

La precisione e l'ampiezza della piattaforma proposta dall'Associa–

zione milanese fecero sl che intorno ad essa si polarizzasse la discus–

sione del Congresso e che

il

suo contenuto venisse in sostanza fatto

proprio dal Congresso stesso come base per una nuova tariffa na–

zionale. Non minore

fu

l'influenza dei delegati milanesi per il rin–

novamento organizzativo dell'Associazione nazionale, al fine di uni–

formare i vari regolamenti nelle singole Sedi"'·

Ma il fatto veramente nuovo e importante del Congresso di

Siena

fu

la confluenza nell'

«

Associazione fra gli Operai Tipografi

italiani », che sino ad allora riuniva solamente gli operai compositori,

della Associazione Generale degli Impressori. La confluenza

fu

un

fatto assai qualificante dal punto di vista politico in quanto avvenne

col dichiarato scopo di seguire

«

l'esempio offerto dai colleghi com–

binatori che già da sei anni avevano affrontato il grave problema

dello struttamento capitalistico, col creare la loro associazione di

resistenza federandola alla grande famiglia tipografica italiana »

47 •

L'unificazione in sede nazionale tra l'Associazione dei compositori

e quella degli impressori ebbe ovviamente immediate ripercussioni

anche a Milano. Gli impressori milanesi infatti, che fino a quel

momento facevano capo unicamente all'Associazione di Mutuo Soc–

corso fra gli operai Impressori (costituitasi in seguito allo sciogli–

mento della Società Artisti Tipografi, con l'unico scopo del mutuo

soccorso) fondarono il 1° novembre 1878 la

«

Sezione Impressori»,

nell'ambito della Associazione dei tipografi milanesi. La Sezione

Impressori, il cui programma si risolveva nella resistenza, si organizzò

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Biblioteca Gino Bianco