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della mano d'opera, una conquista però - questa

è

almeno la posi–

zione dell'Associazione nei primi anni di vita - che non implicava

necessariamente il ricorso a metodi « violenti

»,

quali quello dello

sciopero

33

L'anno in cui l'Associazione passò definitivamente dalla fase

di organizzazione a quella più tipicamente politico-riventicativa

fu,

come già si

è

visto, il 1874. All'inizio del 1874 infatti uscl il primo

numero della « Tipografia Milanese », e nello stesso anno si intro–

dusse nel Regolamento sociale - al fine di aumentare l'incidenza

tra gli operai sottraendoli ai ricatti del Pio Istituto - un articolo

autorizzante il Comitato diretttvo a farsi iniziatore di collette per quei

soci che rimanessero disoccupati o malati per più di un mese;

fu

quindi stabilito un sussidio regolare di disoccupazione" e

fu

inoltre in–

trodotto il « sussidio di viaggio » a favore dei colleghi delle Società

consordle di passaggio a Milano in cerca di lavoro

35 •

Nel 1874 si tenne a Milano il « primo vero congresso» di tutte

le Associazioni tipografiche italiane, Congresso in cui doveva essere

decisa l'adesione dell'Associazione Milanese ali'« Associazione fra

gli operai tipografi italiani per la introduzione ed osservanza della

tariffa

».

In

tale Congresso si stabill l'inamovibilità della sede del Comitato

Centrale nazionale, che doveva essere Roma, la pubblicazione di un

giornale « di classe

»,

« Il Tipografo

»,

a carattere nazionale, e

fu

esaminata la possibilità di creare « Scuole di perfezionamento e coo–

perative di produzione »

36 •

Si parlò e si discusse del « problema

degli apprendisti » (in particolare, fu l'Associazione Milanese a spin–

gere in questo senso col quesito « come trovare un rimedio efficace

e pronto alla continua e numerosa ammissione di apprendisti nelle

tipografie? »), del modo di ottenere dal governo l'abolizione delle

tipografie negli Istituti di beneficenza e case di pena

37 ,

del riposo

festivo, ma si parlò e si discusse soprattutto della tariffa e del modo

di indurre i proprietari ad accettarla. Il Congresso propose infine,

ancora una volta per iniziativa dell'Associazione milanese

38 ,

come

corollario della tariffa, la costituzione di accomandite: una rivendica–

zione che

è

indice innegabile di notevole maturità e, senza dubbio,

precorritrice dei tempi, se si pensa che gli operai riuscirono ad otte–

nere l'accomandita solo dopo il 1890 e, in genere, limitatamente alla

conduzione dei giornali

39 •

L'importanza ormai acquisita dal!'Associazione a soli due anni

dalla sua fondazione

è

confermata dalle polemiche e dalle discussioni

che sollevò

il

primo Congresso tipografico. Così

«

Il Secolo » non

risparmiò le critiche, accusando la Società di aver assunto

«

forme e

scopo inlèrnazionalisti poiché, avendo per movente l'attuazione in

Italia di una comune tariffa aella retribuzione della mano d'opera,

per raggiungere questo scopo avrebbe dovuto usare pressione sopra

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Biblioteca Gino Bianco