

duzione di alcune
«
prescrizioni irrevocabili
»,
che ogni socio do–
veva espressamente accettare all'atto dell'adesione e che non erano
modificabili neppure dall'assemblea generale dei soci"'·
La
prima
di queste
«
prescrizioni
»
stabiliva che l'associazione avrebbe po–
tuto
«
modificare, in casi eccezionali, la propria denominazione,
senza però deviare dallo scopo principale per cui fu fondata
».
La
seconda prescrizione si preoccupava invece di precisare che lo scio–
glimento non avrebbe potuto aver luogo
«
che in forza di legge, o
quando i soci attivi diventassero meno di quindici
».
In
questo
caso i fondi non sarebbero stati divisi fra i soci, ma depositati
presso
il
Pio Istituto tipografico di Milano e presso un'altra So–
cietà,
«
sino a ricostituzione dell'associazione ». La terza prescri–
zione, infine, sanciva la immodificabilità delle prime due. Fin dal
suo nascere, l'Associazione si proponeva dunque espressamente
di operare con ogni mezzo per rendere stabile e duratura la nuova
organizzazione, in vista di una più ampia unificazione: quella con
gli operai tipografi di tutta Italia e dell'estero.
I promotori dell'Associazione si resero immediatamente conto
che per raggiungere questa finalità era indispensabile un giornale,
che fosse l'organo dell'Associazione e quindi come il simbolo ideale
dell'unità della categoria. Pochi mesi dopo la fondazione dell'As–
sociazione, si costitul appunto una Commissione incaricata di stu–
diare la questione e, successivamente, si convocò un'assemblea
la
quale, il 25 ottobre 1873, deliberò all'unanimità la fondazione della
«
Tipografia Milanese »; il nuovo giornale doveva essere l'
«
Or–
gano degli interessi tipografici della città di Milano»
21 ,
e si pro–
poneva di lottare contro quelle che definiva
«
incomprensibili ri–
valità che dividono in diversi campi gli individui d'una medesima
classe»; e
di
censurare, come organo dell'associazione milanese,
gli atti della stessa associazione e dei suoi dirigenti se fosse stato ne–
cessario.
«
La Tipografia Milanese
»
proponeva in sostanza di con–
durre tutta la categoria al traguardo del rialzo del prezzo della
mano d'opera, mercé l'adozione di una tariffa, e precisamente, come
obiettivi immediati, alla abolizione del lavoro minorile e dei fun–
zionisti
22
•
Nonostante l'ampiezza delle prospettive in cui si muoveva
la
nuova Associazione, nonostante i tentativi di raggiungere già al–
l'indomani della propria costituzione un carattere unitario attra–
verso lo strumento del giornale e i frequenti contatti con le altre
società operaie esistenti, e col Comitato Centrale dell'allora costi–
tuenda
«
Associazione fra gli operai tipografi italiani » e persino con
alcune associazioni straniere (quali ad esempio quella di Lipsia
23 )
i
primi anni di vita dell'Associazione milanese furono caratterizzati
da notevoli difficoltà, che spe~so provenivano dallo stesso ambiente
operaio. Anzitutto i 343 soci del 1872 rappresentavano una cifra
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