

i signori principali ». E le critiche del
«
Secolo
»
trovavano facile
eco nel
«
Pungolo
»,
dalle cui pagine si attaccò la proposta di limi–
tare il lavoro tipografico negli istituti di beneficenza e
cli
toglierlo
dalle case
cli
pena
40 •
Se
il Congresso del 1874 aveva sancito la reale e vitale esistenza
dell'Associazione milanese, questa si rendeva ben conto che il com–
pito principale che doveva ora affrontare era quello
cli
estendere
la sua incidenza nella categoria e di farne sentire tutto il peso poli–
tico nella città ed anche nell'intero paese. Fu proprio per raggiun–
gere questi obiettivi che nel 1875 l'Associazione prese due impor–
tanti iniziative: la costituzione di una speciale
«
Commissione
cli
propaganda»
41
,
e la proposta, rivolta a tutte le associazioni operaie
cli
Milano e provincia, per una agitazione generale allo scopo
cli
pro–
pugnare una speciale legge regolante l'ammissione dei fanciulli nelle
fabbriche
42
•
Ma l'element o senz'altro più qualificante dell'azione dell'Associa–
zione milanese dopo il 1874 fu lo sciopero dei
«
pacchettisti
»
della
tipografia Treves del 1875
°.
Questo sciopero, conclusosi vittorio–
samente, incoraggiò l'Associazione a proseguire sulla via appena in–
trapresa dello scontro frontale: nel 1877 infatti scoppiarono altri
due scioperi di compositori, uno alla tipografia E. Civelli e l'altro
alla tipografia Pagnoni ". Anche se lotte di questo tipo non sempre
avevano lo stesso successo dello sciopero alla Tipografia Treves
(esito ?.ssolutamente negativo ebbe ad esempio la vertenza alla tipo–
grafia Pagnoni) tuttavia dimostravano che qualche cosa di sostan–
ziale era mutato nella mentalità degli operai: lo sciopero infatti non
rappresentava più ai loro occhi un atto sovversivo o rivoluzionario,
ma era diventato l'unico strumento attraverso
il
quale far sentire
la propria presenza e la propria volontà ai proprietari. Attraverso
la lotta poi, si era maturata la convinzione della assoluta urgenza
della stipulazione
cli
un nuovo contratto di lavoro, di una tariffa
unitaria, e addirittura nazionale, che ponesse in termini precisi i
rapporti padrone-operaio.
L'esigenza di dare aìla Associazione nazionale un indirizzo uni–
tario più rispondente alle finalità che varie sedi avevano
cli
fatto poco
per volta adottato e la necessità soprattutto di definire una
«
tariffa
nazionale » (a Milano l'Associazione aveva costituito già nel 1876
una Commissione per la compilazione della tariffa il cui progetto
era poi stato presentato al Comitato Direttivo già nel 1877) porta–
rono alla convocazione di un secondo Congresso tipografico nazio–
nale, che si tenne a Siena.
Al Congresso, apertosi il 29 settembre 1878, furono invitati dalla
Sede di Milano anche i proprietari tipografi che però, nonostante
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Biblioteca Gino Bianco