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m121at1vadella Società, i tipografi milanesi abbandonarono ancora

una volta compatti

il

lavoro chiedendo una precisa e rigorosa os–

servanza della tariffa, ma nonostante la capacità di resistenza della

categoria avesse trovato un importante sostegno nell'aiuto econo–

mico inviato dalle Società consorelle di Torino, Genova e Ginevra,

i proprietari, avvalendosi dell'appoggio delle autorità e delle pre–

stazioni dei crumiri riuscirono ad avere la meglio e gli operai do–

vette ro riprendere

il

lavoro senza aver ottenuto la minima conces–

sione.

Un insuccesso di tale portata ebbe gravi conseguenze nell'ancor

giovane Società degli Artisti Tipografi, all'interno della quale i

contrasti tra le due categorie si fecero tanto violenti da determinare,

nel gennaio 1864, la scissione della Società in due Sezioni, dei

compositori e degli impressori, facenti capo ad un solo presidente

scelto di comune accordo da ambo le parti

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Anche la nuova strut–

tura organizzativa di tipo federativo non doveva tutt avia aver vita

duratura. La Sezione Compositori e la Sezione Impressori vivac–

chiarono infatti ancora per alcuni anni senza però riuscire a ri–

prendersi dalla sconfitta del 1863 e ad elaborare un piano di lotta ;

infatti nel 1867 la prima si sciolse e la seconda, visto che non

poteva

«

continuare sulle basi fondamentali, cioè la resistenza

»,

decise di restringere la propria attività al solo mutuo soccorso,

trasformandosi nella

«

Società di Mutuo Soccorso fra gli Impressori

tipografi di Milano»

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Nel giro di pochi anni dunque, dopo l'esperimento innovatore

delle Società degli Artisti Tipografi, tutto sembrava essere tornato

come prima, o quasi. L'unico risultato della grande lotta del 1860

e della presa di coscienza di quegli anni da parte degli operai

tipografi sembrava infatti ridursi alla nascita di una nuova Asso–

ciazione di Mutuo Soccorso, che si affiancava al Pio Istituto.

Le

vicende organizzative di questi anni ebbero una certa riper–

cussione anche nella vita del Pio Istituto. I suoi dirigenti, infatti,

si resero conto della necessità di ammodernare la struttura dell'ente

e di adeguarsi, in qualche modo, alle nuove esigenze degli assistiti,

e conseguentemente nel 1867 (proprio l'anno della nascita della

nuova Mutua) decisero di procedere alla stesura di uno Statuto

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e

al rinnovamento del Regolamento interno, entrati entrambi in vi–

gore

il

1° gennaio 1871.

Il nuovo Statuto ristrutturò la classificazione dei

soci,

che

fu.

rono suddivisi in Soci attivi, Soci condizionali, Soci onorari con

eventualità .di sussidio, Soci onorari benefattori e Soci d'onore

(a quest'ultima classe appartenevano

«

notabilità letterarie, scien–

tifiche e artistiche

»);

e ciò ~ignificò, da una parte, un'ulteriore

apertura dell'Associazione ad elementi estranei

alla

classe operaia e

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Biblioteca Gino Bianco