stenza
»
8
,
che fu ufficialmente costttuaa
il
28 marzo 1860 sotto
la denominazione di Società degli Artisti Tipografi.
La prima preoccupazione della Società degli Artisti Tipografi
fu quella di raccogliere i risultati della lotta del precedente feb–
braio. A tale fine la Società elaborò e presentò ai proprietari ti–
pogr~ uno schema di tariffa che, come abbiamo visto, venne so–
stanzialmente accettato dai proprietari e costitul la base del primo
contratto collettivo di lavoro. Il secondo atto di vita della Società
fu, sempre nel marzo 1860, la proposta di fusione con
il
Pio
Istituto Tipografico, proposta che però non fu accettata dal Pio Isti–
tuto, o meglio non fu accettata dalla sua direzione, dato che di
porre la questione all'assemblea dei soci non si parlò minimamente
9
•
Secondo i dirigenti del Pio Istituto gli scopi delle due asso–
ciazioni erano troppo diversi e troppo contrastanti i rispettivi in–
teressi, di modo che era assolutamente impensabile una fusione di
una società che aveva pochi soci (solo 150), ma un capitale rag–
guardevole con una società che, viceversa, aveva tanti aderenti
(circa 500), ma un capitale assolutamente irrisorio
10
•
Il tentativo di convogliare in un'unica associazione le esigenze
rivendicative e difensive degli operai fu dunque subito lasciato
cadere dal Pio Istituto e successivamente non venne più ripreso.
Da un lato infatti c'era un'associazione,
il
Pio Istituto,
«
benigna–
mente protetto
»
dai proprietari tipografi, che provvedeva a
«
me–
dicare» le gravi piaghe degli operai; dall'altro c'era un'associazione
che, fidando nella sola sua forza operaia, cercava di impostare un
discorso nuovo, cercava cioè di
«
far valere un diritto proprio di
una classe che vuole protestare contro la supremazia di un'altra
classe
»
11
•
La Società degli Artisti Tipografi continuò cosi da sola la sua
battaglia. Ma la lotta non era facile perché i proprietari tipografi,
dopo avere accettato la tariffa, seppero escogitare i più svariati
modi per eluderla ed aggirarla, costringendo cosi la Società a
scendere sul terreno delle controversie aziendali nelle quali, ovvia–
mente, la sua forza contrattuale era assai più debole. La lotta quo–
tidiana per la osservanza del nuovo contratto di lavoro fu resa
ancora più difficile dai violenti contrasti che, all'interno della So–
i:ietà, incominciarono presto a insorgere tra compositori e imp~es–
sori; si trattò di conflitti mossi sostanzialmente da un corporativo
«
spirito di casta » che sortiva l'effetto complessivo di minare gra–
vemente l'unità e quindi la forza della classe e della sua organiz–
zazione
12
•
La Presidenza della Società cercò di superare le gravi difficoltà
che derivavano dai contrasti interni e dalla frantumazione delle
lotte con tentativi di mediazione e soprattutto chiamando nuova–
mente alla lotta unitaria gli operai: il 1° aprile 1863
13
infatti, su
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Biblioteca Gino Bianco




