

decisione del Congresso ebbe infatti, come vedremo, ripercussioni
notevoli sulle vicende degli anni immediatamente successivi.
Dal 1908 al IV Congresso (1910).
Verso la fine del
1907
si cominciarono a sentire anche in Italia
gli effetti della crisi economica mondiale.
In
particolare, come si
è
visto, nell'industria automobilistica, si assistette ad un vero e pro–
prio crollo che ebbe peraltro anche motivazioni di ordine prettamente
locale, non ultime le
«
speculazioni di borsa
»,
come ebbe ad affer–
mare in una sua relazione
il
nuovo segretario dei metallurgici Cleo–
bulo Rossi. Particolarmente grave
fu
anche la crisi nel settore delle
costruzioni ferroviarie, dove si ebbe un logico rallentamento delle
commesse statali.
La crisi comunque investl più o meno duramente tutti i settori
della metallurgia e della meccanica, e in alcuni casi si fece sentire
sino al
1910.
Tutto ciò creò ovviamente delle gravi difficoltà per
l'azione della Federazione, che da poco stava riprendendosi dalla
inerzia e dallo sfaldamento che l'aveva caratterizzata negli
anni
1904-1905.
Ma ancora una volta cause interne, ben più gravi per la vita
stessa della Federazione, accrescevano le difficoltà oggettive rappre–
sentate dalla congiuntura economica sfavorevole.
In
particolare proprio una decisione adottata nell'ultimo Con–
gresso, vale a dire
il
trasferimento a Milano della sede del Comitato
Centrale, doveva contribuire a creare nuovi disagi. Infatti, almeno
dal punto di vista riformista,
il
provvedimento - come scrive
l'Abrate
210
-
non
fu
felice perché, essendo
la
composizione del
e.e. federale di pertinenza della sezione presso cui aveva sede, si
ripercossero in esso gli urti di corrente in atto a Milano. Prat icamente
anzi questi contrasti paralizzarono per circa un anno la vita della
Federazione.
Le
testimonianze di ciò sono varie.
«
Il Metallurgico
»,
ad esempio, non veniva più pubblicato regolarmente, le sezioni non
versavano le quote di iscrizione,
il
numero delle sezioni stesse e dei
loro aderenti riprendeva a diminuire in maniera impressionante .
Basti considerare i dati che seguono. A metà del
1907
in Lombardia
esistevano
54
leghe metallurgiche, per un totale di
8.800
aderenti.
Di esse 13 con
1.444
aderenti erano inscritte solo alla e.d.L .;
19
con 2.529 iscritti aderenti solo alla Federazione; 22 con
4.836
ope–
rai aderivano ad entrambi gli organismi
211 •
Per
il
1909
mancano dati complessivi, ma quelli di cui si di–
spone sono desolanti. La sezi0pe fabbri ferrai, ad esempio,
«
si era
abbandonata all'indifferenza, disertando la propria organizzazione
che scomparve totalmente dai quadri della e.d.L. ,.
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.I
Fonditori
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