

All'apertura della seduta erano presenti i rappresentanti
di
19
sezioni. Prima di affrontare tuttavia il tema centrale, il congresso
dovette occuparsi di un'« incresciosa questione ,. preliminare: i
provvedimenti da adottare contro l'importante sezione
«
Aggiusta•
tori
»
di Milano, accusata di non compiere il proprio dovere verso
la
Federazione e di favorire invece la campagna degli avversari sin•
dacalisti
239 •
La sezione fu infine espulsa, ma non mancarono i più
acuti contrasti. Tra l'altro Bacchi e due suoi sostenitori sindacalisti
«
furono fisicamente buttati fuori dalla sala dopo violentissimi scon•
tri,
non solo oratod
»
240
•
In
merito all'ordine del giorno, B. Buozzi svolse una relazione
nella quale
«
rilevò le difficoltà in
cui
la Federazione era venuta
a trovarsi dopo il congresso di Firenze, in causa specialmente delle
ostilità dei metallurgici milanesi sui quali si faceva assegnamento,
e dell'opera dissolvitrice dispiegata dai sindacalisti
»
241 •
Perché
la
Càssa Federale potesse funzionare , continuava
il
relatore, sarebbe
stato necessario poter contare su almeno 20.000 soci.
In
mancanza
di ciò non restavano che due soluzioni alternative; aumentare an•
cor più le quote d'iscrizione o sospendere temporaneamente gli
articoli dello Statuto riguardanti la Cassa
di
Resistenza. Il con•
gresso si espresse allora a maggioranza per quest'ultimo provvedi–
mento
242
•
L'importan za del congresso, per quanto riguarda
il
nostro as•
sunto,
è
soprattut to nell'affermazione e nel riconoscimento delle
difficoltà incontrate dall'organizzazione fra i metallurgici milanesi.
In
effetti l'uscita dei sindacalisti dalla Cgl nel 1912 e
la
costitu•
zione dell'Unione Sindacale Italiana
«
fu causa di importanti scis–
sioni, specie fra i metallurgici lombardi
»,
anche se
«
tranne che
a Milano, la saldezza della Fiom non fu intaccata a fondo
»
243•
Si deve considerare del resto che già dal 1911 per reazione al
corporativismo della Federazione erano sorte a Milano in alcune
grandi fabbriche - ad esempio la Breda e la Singer - nuovi
strumenti di democrazia operaia di base, le
«
leghe uniche
»
per
stabilimento, formate da operai di tutte le tendenze, ma di fatto
dirette dagli elementi più combattivi, cioè dai sindacalisti. Manca
purtroppo la possibilità di determinare con precisione, dal punto di
vista numerico, la presenza dell'organizzazione sindacalista all'in•
terno del proletariato metallurgico milanese e più generalmente
lombardo. Si sa comunque che dei 100.000 aderenti rappresentati
al congresso costitutivo dell'Usi nel 1912 ben 17.000 erano lavo–
ratori milanesi e che all'interno di questi la presenza dei metallur•
gici doveva considerarsi sicuramente considerevole "' . Del resto al
di là di ogni valutazione aritl}letica, vi
è
da riflettere su un dato
particolarmente significativo in proposito.
Il periodo che stiamo esaminando fu caratterizzato
da
una serie
422
Biblioteca Gino Bianco