ruzione di una Cassa Federale
ed
infine l'abolizione dd Comitato
Centrale. Non mancarono contrasti e dissensi, soprattutto
ad opera
dei sindacalisti rivoluzionari presenti, i quali sostennero che questa
impostazione faceva esclusivamente un problema di mezzi economici,
laddove la questione essenziale era invece l'acquisizione di una auten–
tica coscienza di classe. Alla fine tuttavia l'impostazione della Segre–
teria venne approvata nelle sue linee essenziali, e venne pure sta–
bilito il trasferimento della sede a Torino
230
•
Il Congresso incaricò
inoltre alcune commissioni
«
di compilare un memoriale per la con–
quista di miglioramenti economici, tra i quali
la
diminuzione di
orario, da stabilirsi in un minimo di 10 ore, l'aumento di paga e la
regolamentazione dei cottimi »
231
•
Gli echi delle decisioni prese nel Congresso non furono tuttavia
completamente positivi. Come infatti dovette ammettere
«
La Con–
federazione del lavoro », a Milano vi era
«
un grande fermento in
alcune sezioni e si parlava apertamente di staccarsi dalla Federazione
e dalla Camera del Lavoro »
232•
Queste proteste erano ovviamente
originate dal fatto che le riforme decise
ed
il trasferimento a Torino
toglievano alla frazione sindacalista-rivoluzionaria ogni possibilità di
incidere concretamente nella nuova situazione federale.
Ad un'ultima questione
è
necessario ancora accennare brevemente,
e cioé all'evoluzione nei rapporti fra organizzazione sindacale e
Partito Socialista, come veniva a configurarsi nella concezione dei
nuovi dirigenti.
È
necessario qui premettere che nel frattempo si
era venuto realizzando un curioso spostamento di posizioni. I sinda–
calisti rivoluzionari infatti, accostandosi sempre più alla concezione
soreliana e sviluppando in profondità la loro critica al riformismo
del Partit o Socialista, avevano posto al centro della loro strategia
il
concetto di sciopero generale, con le implicazioni antiparlamentari
ed in definitiva apolitiche connesse a queste concezioni. I dirigenti
riformisti invece andavano allacciando rapporti più stretti con l'or–
ganizzazione politica, caratterizzata da direttive ideologiche sostan–
zialmente concordi.
Ecaminiamo ad esempio la concezione del rapporto partito-sin –
dacato espressa dal Segretario federale Buozzi:
«
Guai a noi orga–
nizzatori sindacali - egli affermava - che siamo costretti dalla
esigenza della nostra azione alla pratica quotidiana della trattativa
e, sovente, del compromesso, se non fossimo sorretti dal legame
stretto al Partito , dal suo indirizzo rapido, dalla sua disciplina, dal
suo stesso controllo. Dalla trattativa al compromesso, da questo alle
deviazioni noi saremmo presto trascinati fuori dalla via maestra
della lotta di classe e finiremmo nei vicoli dell'adattamento conci–
liante e della piccola corruzione ,. m.
Indubbiamente questa visione era ancora lontana dall'individuare
completamente i nessi
ed
i punti fondamentali di una corrett a inter -
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