carceriper liberare
i compagni imprigionati. Terminato lo sciopero
con
la
vittoria degli operai la repressione governativa e padronale
tentò di rivalersi colpendo i militanti più coscienti e combattivi.
Prendendo pretesto dall'episodio dell'assalto alle carceri si montò
contro numerosi lavoratori un processo che peraltro dovette con–
cludersi con un'assoluzione generale
187•
In definitiva dunque non si può certo affermare che in questo
periodo fosse diminuita né
la
capacità di mobilitazione né la deter–
minazione degli operai a condurre innanzi lo scontro di classe. Si
deve constatare invece come la rivalità fra l'ala riformista e quella
rivoluzionaria del movimento operaio
fu
causa di numerose scon–
fitte, di cui poi ciascuna corrente cercava di addossare all'altra la
responsabilità.
La situazione non mutò poi sostanzialmente nei due anni suc–
cessivi, ancora dominati dai contrasti ricorrenti fra le due posi–
zioni. Si era però frattanto potuto constatare che nonostante i gravi
limiti della Federazione restava comunque imprescindibile l'esi–
genza di far capo ad un organismo che coordinasse l'azione, almeno
difensiva, in campo nazionale. In conseguenza di questo, ed anche
per la perdita di prestigio subita dai rivoluzionari , a causa del falli–
mento di alcune agitazioni che essi avevano di fatto diretto contro
la volontà dei riformisti - primo fra tutti lo sciopero generale del
settembre 1904 -, prosegul in questi anni, seppure lentamente
e senza mai raggiungere i livelli del 1903, la tendenza al rafforza–
mento numerico della Federazione. Nel 1906 infatti gli aderenti a
quest'organizzazione erano di nuovo saliti a 23.000 circa
188 •
Per
la
Lombardia si sa che all'inizio del 1907, immediata vigilia del
III Congresso, le leghe aderenti alla Camera del Lavoro o alla Fe–
derazione o ad entrambe erano 45 con un totale di 4.380 iscritti
alla CdL e 6.577 aderenti alla Federazione
189•
Poiché, come si
è
detto, molti lavoratori aderivano esclusivamente all'una o all'altra
organizzazione, si può valutare ragionevolmente in almeno 8.000 il
numero di operai metalmeccanici organizzati a quest'epoca.
Interessante a questo punto
è
il cercare di vedere in che modo
l'esistenza di un'opposizione organizzata avesse influito sulle posi–
zioni della direzione federale riformista
190 •
• Le
argomentazioni dell'organo ufficiale,
«
Il Metallur gico», so–
no significative in proposito. Ad esempio in un articolo che, rias–
sumendo una relazione di Graziadei, esprimeva posizioni assai vi–
cine a quelle della direzione federale si poteva leggere tra l'altro
191:
«
La rivoluzione proletaria non si compie mercé la votazione di una
mozione [ ...] ma attraver so una serie indefinita di conquiste gra–
duali in tutti i campi, coordinate e tali che possano elevare moral–
mente, economicamente e politicamente la classe lavoratrice onde
prepararla alla gestione della cosa pubblica •·
:tl
qui evidente che
411
Biblioteca Gino Bianco




