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sui dimostranti , e rimasero cosl al suolo un morto e sette feriti, ov–

viamente rutti fra

gli

operai metallurgici. La CdL dichiarò allora Io

sciopero generale che ben presto si estese ad altre città e durò vari

giorni, prima di concludersi come un'ennesima prova di forza, priva

però di ogni possibilità di sblocco concreto

204 •

Nel frattempo si era tenuto a Bologna il III Congresso della

Federazione, nel quale furono prese importanti decisioni. Anzirutto

venne sollevata la questione del sistema di votazione, che alcuni

delegati avrebbero voluto stabilito per sezioni anziché per soci. Poi–

ché questa proposta non fu accolta, i rappresentanti

«

sindacalisti »

di sei sezioni abbandonarono il Congresso

2115

Quindi Finti, di Milano, responsabile della Commissione econo–

mica della locale Camera del Lavoro, di nuovo a direzione riformis ta,

esaltò nella sua relazione sugli orari e sui salari le direttive seguite

dalla Federazione, affermando che

«

poiché non [era ] vero che gli

aumenti di salari [erano stati] totalmente annullati dagli aumenti

della spesa della vita », se ne doveva dedurre

«

che le condizioni dei

metallurgici [erano] effettivamente migliorate»

206 •

Vi fu anche chi

criticò duramente il carattere

«

collaborazionista » della relazione

Finti che si rifaceva obiettivamente alla condizione della espansione

produttiva come mezzo per poter ottenere aumenti salariali, atte–

nuando cosl di fatto lo sfruttamento.

Pagliari, ad esempio, sostenne invece che

«

se i salari [erano] au–

mentati , [era aumentato] anche lo sfruttamento, come [dimostrava]

il continuo accrescersi degli infortuni sul lavoro»""· Egli aggiunse

ancora che non ci si doveva limitar e a difendere l'operaio nella fab–

brica, ma anche fuori, nella società, e che all'opera di resistenza

doveva pertanto accompagnarsi una vasta azione politica. Infine ven–

nero approvati alcuni ordini del giorno in cui si sostenevano le solite

questioni di principio: lotta per conseguire graduali conquiste sala–

riali e per ottenere a lungo termine la giornata lavorativa di otto ore;

sostituzione del cottimo collettivo a quello individuale e, finalmente,

preparazione di agitazioni per la fissazione di minimi salariali e per

la limitazione delle ore straordinarie '""·

Fu quindi approvato l'aumento delle quote federali e l'istituzione ,

dal 1909, della Cassa unica centrale , per due volte precedentemente

respinta.

Alcune modifiche importanti furono decise anche in relazione a

vari articoli dello Statuto. In particolare fu approvato il principio

di ammettere nelle leghe anche i capi operai ed i capi officina e fu

inserito l' obbligo per le sessioni di richiedere il benestare del C.C.

prima di deliberare agitazioni "".

Venne infine in parte modificata la composizione degli organi

direttivi

e,

quel che più conta, per avvicinarla ai grandi centri indu–

striali, la sede della Federazione fu trasferita a Milano. Quest 'ultima

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