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29.000 a 4.000 iscritti alla Federazione, nondimeno nella sola Lom–

bardia risultavano esservi, nel periodo massimo della crisi, 27

se–

zioni metallurgiche aderenti alle v~rie ~amere del Lavoro! per

1;1ll

totale di

3.3

7

3

aderenti

178•

Quesu dau se confermano mdubb 1a–

mente il fenomeno della notevole diminuzione di organizzati, ne

ridimensionano altresl l'entità. Si consideri infatti che il numero

degli organizzati nella intera regione risulterebbe da solo quasi

pari a quello dei metallurgici aderenti alla Federazione in tutto il

territorio nazionale. Questo significa ovviamente che solo una parte

dei metallurgici lombardi erano organizzati nella Federazione, men–

tre un numero relativamente rilevante aderiva solamente alla Ca–

mera del Lavoro. Si può dire allora che, almeno in Lombardia, col

1903

cominciò un periodo in cui le adesioni ai vari nuclei orga–

nizzativi diminuirono considerevolmente tr a i metallurgici, mentre

si consolidò in alcune leghe la tendenza già osservata ad organiz–

zarsi

al

di fuori della Federazione. Cosl descritto il fenomeno, cer–

chiamo allora di individuarne le cause. Abbiamo già visto che i

gravi limiti dell'organizzazione federale avevano, negli anni pre–

cedenti, profondamente minato la fiducia degli operai. La Fede–

razione non era mai riuscita infatti a porsi alla testa delle lotte ,

ad esserne direzione reale.

La

maggior parte di queste lotte non

furono dunque né dirette né coordinate ed ebbero necessariamente

un carattere spontaneistico e prettamente economico e non poterono

che avere, in definitiva, un esito deludente anche dal punto di vista

del semplice conseguimento di migliorie economiche, poiché anche i

parziali successi ottenuti si rivelarono spesso temporanei ed aleatori.

La combattività operaia si esaurl cosl in una serie di lotte che

non ne aumentarono in definitiva il potere reale né la consape–

volezza politica. A questo punto le lotte stesse entrarono in una

fase di temporaneo e relativo riflusso ed il bilancio negativo ac–

centuò la sfiducia nell'organizzazione federale, dalla quale iniziò

appunto una lunga serie di defezioni.

L'impostazione meramente economicistica, l'azione riformistica

nel senso deteriore del termine (riforme da conseguirsi, eventual–

mente, attraverso la pressione degli apparati organizzativi, mai me–

diante la mobilitazione a fondo delle masse), la ricerca continua

del compromesso su obbiettivi

minimali

e corporativi, furono

la

causa di tutto ciò.

Inoltre per poter condurre innanzi questa linea di sostanziale

integrazione o comunque di contrapposizione non antagonistica

con il padronato si era resa necessaria una scelta molto pericolosa:

la discriminazione continua tra organizzati e masse operaie in gene–

rale. E poiché gli organizzati ,erano prevalentemente i lavoratori

già pervenuti ad un maggior grado di consapevolezza e coscienza

sindacale, vale a dire i lavoratori privilegiati dei grandi complessi

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