nei quali era ovviamente più facile crearsi questa coscienza, si venne
molto spesso configurando nel vivo della lotta un conflitto di inte–
ressi molto acuto.
Questa impostazione venne del resto più volte implicitamente
od
esplicitamente ammessa sul giornale federale. Il segretario Verzi
ad esempio scrisse in un suo opuscolo già ricordato
179
:
«
Possiamo
non tener conto della piccola industria, poiché abbiamo dimostrato
che da essa non può nascere un proletariato agguerrito [ ...]. Essa
ha infatti scarso impiego di manodopera, mentre solo le grandi
associazioni (industriali) alimentano una classe proletaria molto
estesa
».
Questa concezione, al di là di ogni ulteriore considera–
zione, era semplicemente erronea, almeno per la situazione lom–
barda, poiché come si
è
dimostrato nella prima parte di questa
ricerca, a quest'epoca gli operai della piccola industria erano an–
cora assolutamente predominanti nella regione.
Dunque per tutta questa serie di limiti i lavoratori si allonta–
narono dall'or ganizzazione. E
fu
necessaria una lunga e paziente
opera di propaganda perché verso la fine del 1904 la tendenza in
atto cominciasse lentamente ad invertirsi. Nel frattempo però si
era aperto un vuoto ideologico ed organizzativo che almeno nella
città di Milano venne in parte gestito dai
«
rivoluzionari » che nel
capoluogo lombardo si raccoglievano intorno al giornale
«
Avan–
guardia Socialista
»
e che avevano conquistato posizioni di rilievo
all'interno delle Camere del Lavoro. Il fatto che molti operai me–
talmeccanici milanesi si fossero avvicinati alle posizioni dei
«
rivo–
luzionari» nel 1904 appare evidente dai risultati conseguiti nelle
elezioni per il rinnovo della Commissione Economica che si ten–
nero appunto in quell'anno. La lista dei
«
rivoluzionari » ottenne
infatti 2.116 voti contro i 2.225 andati alla lista riformista
180
•
Ri–
sultò che per la lista sconfitta di misura
«
avevano votato i lavo–
ranti in legno, i calzolai, le sezioni di campagna ed
il blocco mera–
viglioso dei metallurgici
»
181
•
Del resto nulla era mutato sostanzialmente nella linea seguita
dalla Federazione anche dopo che il secondo Congresso aveva fatto
parziali ammissioni dei limiti precedenti ed aveva individuato temi
di lotta generali ed unificanti. Un anno era trascorso dalla conclu–
siqne del congresso ed ancora nessuna iniziativa era stata presa in
questo senso. In un articolo di
«
Avanguardia Socialista
»
si poteva
leggere ad esempio la seguente denuncia
182
:
«
domenica 6 vi sarà
una riunione generale dei metallurgici (indetta dal Comitato Regio–
nale) con un importante ordine del giorno.
In
esso tuttavia non
vi
è
nulla che riguardi la grande e seria agitazione che il Comitato
regionale aveva detto di iniziare immediatamente per ottenere le
9 ore di lavoro, diminuendo cosl la disoccupazione ed aumentando
i salari [ ...].
Mi
preme ora far rilevare la cattiva abitudine dei nostri
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Biblioteca Gino Bianco




