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Uu altro episodio ancora pm grave viene riferito dal

«

Fondi–

tore

»

100

ed accadde nella ditta

«

Miani e Silvestri

».

Mentre si tra–

sportava una siviera sospesa dalla gru, contenente circa

15

quintali

di ghisa incandescente, si staccò la placca di sostegno ed il metallo

liquido schizzò da ogni parte. Dieci operai subirono orrende scotta–

ture. Ui, altro in un attimo fu completamente avvolto nelle fiamme;

si cercò

di

soccorrerlo spogliandolo dei panni, ma insieme ad essi

si staccavano interi pezzi di carne. Tutto fu inutile e dopo orribili

spasimi l'operaio spirò.

Naturalmente quelli riportati sono soltanto due esempi fra i

più raccapriccianti. Ma quale era la posizione degli industriali a

proposito di questi fatti e dell'alta frequenza di malattie professio–

nali? Essi ritenevano che la causa principale se non unica fosse

l'incuria, la sbadataggine e la mancanza di igiene degli operai. Per

evitare questi inconvenienti sarebbe dunque stato sufficiente osser–

vare scrupolosamente le

«

esaurienti disposio/ioni

»

che in materia

contenevano i vari regolamenti interni di fabbrica. Esaminiamo al–

lora, a titolo esemplificativo, le norme contenute in uno di questi:

si tratta di un'impresa meccanica di medie dimensioni, la Società

Generale Italiana Accumulatori Elettrici '

01

,

ed il regolamento in

questione risale al 1909. I punti che ci interessano sono i seguenti:

«

Art.

5:

Modo di comportarsi degli operai durante

il

lavoro: i

nostri operai sono obbligati [ ...] 1) di porre attenzione al fuoco e

alle linee elettriche.

par.

13:

Di usare tutte le precauzioni atte ad

evitare infortuni.

par.

22:

è

proibito[ ...] oliare e pulire le macchine

e le trasmissioni che siano in moto. Inoltre (art.

5,

par.

1)

«

gli

operai non devono [ ...] mangiare se non abbiano prima abbandonato

i vestiti di lavoro e lavate accuratamente le mani ed il viso, sciac–

quata accuratamente la bocca e puliti i denti con lo spazzolino

».

Ed

ancora, poiché nella fabbrica si lavorava il piombo, che notoriamente

può dare origine a malattie anche letali come

il

saturnismo, a titolo

preventivo la ditta offriva a ciascuno

«

un litro di latte nella sta–

gione estiva e mezzo litro in quella invernale

».

Infine un ultimo •

articolo avvertiva che sarebbero stati puniti con multe fino ali

'itn–

porto di una giornata di lavoro o con il licenziamento itnmediato

quegli operai che non avessero osservato le prescrizioni igienico-sani–

tarie, formulate nel loro stesso interesse.

È

sin troppo facile constatare la vacuità di questi provvedimenti,

quando non fossero accompagnati da serie misure preventive di ben

altra natura. Ma in effetti, come si

è

detto, presso la grande maggio–

ranza delle ditte queste raccomandazioni perché gli operai usassero

maggiori attenzioni e curassero maggiormente la pulizia furono

l'unico provvedimento realmfote adottato dagli industriali per pre–

venire infortuni e malattie professionali.

Vi

è

in proposito uno studio di un certo interesse

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eseguito

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