

Ciò premesso, occorre affermar~ che i primi a_n~ del ~lo
_fu.
rono caratterizzati da una grande ripresa dello spinto orgaruzzauvo
operaio e conseguentemente delle loro lotte di conquista, molto
spes–
so conclusesi con successi almeno parziali. Per il 1903 disponiamo ad
esempio di una esauriente tabella dei salari percepiti dai metallurgici
milanesi ripartiti per
«
classi professionali
»
116
•
Dalla tabella si ricava
che: 1) Su 16.568 operai metallurgici di cui si conoscevano i salari,
circa 2.000, cioè il 12o/o, avevano retribuzioni inferiori ad una lira
giornaliera. 2) Il 49o/o, poco meno cioè di 8.000, avevano salari
giornalieri compresi fra 1 e lire 2,50. 3) Circa 6.000 operai, equi–
valenti a poco più del 35%, erano retribuiti con salari da 2,50 a
4 lire. 4) Coloro che guadagnavano dalle 4 alle 5 lire erano 527, pari
al 3%. L'l,2% infine fruiva di salari superiori alle 5 lire e di essi
27 superavano le sei lire e due le otto lire.
Le
professioni meglio
remunerate erano ovviamente quelle che richiedevano una superiore
specializzazione. Cosl, ad esempio,
il
43% dei fonditori in caratteri
avevano retribuzioni attorno alle 3,50 lire, mentre tra i facchini ave–
vano quesro salario giornaliero solo lo 0,32o/o degli operai. I fac–
chini
erano anche, con gli smaltator i, fra i metallurgici con i
minimi
più bassi. Infatti ben il 73
%
degli operai appartenenti alla prima
categoria ed il 61 o/odei secondi avevano salari inferiori alle due lire
(mentre ad esempio fra i già citati fonditori in caratteri detta per–
centuale scendeva al 27% ).
In
definitiva dunque da questa tabella si
può constatare come, nonostante un triennio di lotte molto dure, i
salari dei metallurgici non si fossero davvero generalmente elevati di
molto.
Se poi si analizzano i dati, per la verità sempre necessariamente
frammentari , riferiti ai salari pagati nelle piccole officine in provincia,
si possono incontrare situazioni ancora peggiori. Ad esempio
«
Il
Fonditore
»
117
riferisce che allo stabilimento Sonzini e Bossi di Mal–
nate
«
vi erano padri di famiglia con cinque o sei figli a carico che
percepì[ vano] un minimo di 60 centesimi al giorno ed un massimo
di lire 1,50
».
Per non parlare - aggiungeva la nota - delle 10
o 12 donne che percepì[ vano] paghe di cui non conveniva neppure
fare le cifre. Nella bulloneria Pozzi e C. sita nei sobborghi di Milano i
salari medi erano nel 1904 di lire 1,50 per gli uomini e di 0,80 per
donne e minori
118
•
Molti altri casi simili si potrebbero citare, ripor–
tandoli dai vari quotidiani e pubblicazioni dell'epoca. Ma cò che
im–
porta qui definire sostanzialmente
è
il
fatto che al decisivo
«
decollo ,.
dell'industria , felicemente avviato sin dal 1896-7, non si era accom–
pagnato ancora un proporzionale sostanzioso aumento delle
retri–
buzioni, nonost ante la combattività dimostrata in questo periodo
dalle masse operaie .
•'
Anche per gli anni 1903-06 disponiamo di una quantità rilevante
di dati. Nel 190.5 ad esempio i salari di alcune categorie di metal-
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