all'opera di ragazzi in qualità di apprendisti che, costretti in piedi
per 10 o 12 ore, occupati ad un lavoro metodico e faticoso, risulta–
vano precocemente debilitati nel loro sviluppo fisico.
Lo
sfruttamento
del lavoro minorile acquistava forme veramente organizzate nelle ti–
pografie di tre istituti di carità milanesi, l'Orfanotrofio, il Patronato
e il Collegio Tipografico Pagnoni. In queste tipografie, infatti, il
lavoro, diretto in genere da un proto e da un paio di compositori,
veniva interamente svolto dai ragazzi ospiti degli Istituti
24
•
Intorno al 1875, a quindici anni cioè dalla prima tariffa conqui–
stata dagli operai tipografi, tale tariffa sembra ormai quasi general–
mente dimenticata, dal momento che i salari erano ormai nettamente
inferiori alla media delle 3 lire giornaliere e le condizioni generali
della categoria si presentavano come stazionarie, se non addirittura
peggiorate. L'unica eccezione alla tendenza generale era rappresentata
dallo stabilimento Tipografico Sonzogno.
Il
salario dei compositori
25
infatti, nel 1875, variava da 2,50 a 4 lire, e quello degli impressori
da 2,50 a
5
lire. I funzionisti, retribuiti a cottimo, erano pagati
da 37 a 40 centesimi ogni mille
n
e i pacchettisti a 30 centesimi;
alquanto più elevato appare poi il salario degli operai addetti alla
,composizione dei quotidiani«
Il
Secolo» e la
«
Gazzetta di Milano».
I primi avevano infatti una retribuzione di 37 centesimi, i secondi
di 40 ,._
Notevolmente inferiori alla tariffa appaiono invece, come si è
detto, i salari in tutte le altre tipografie. Infatti, secondo una sta–
tistica pubblicata dalla
«
Tipografia Milanese» il 16 gennaio 1876,
il salario medio giornaliero percepito dalle 1.622 maestranze attive
nelle 70 tipografie si aggirava intorno alle lire 2,75 . Tale cifra do–
veva essere anche inferiore nella realtà, dato che il salario medio
giornaliero riportato nella « Tipografia Milanese »
è
calcolato solo
su quanto percepivano i salariati fissi e non su quanto guadagnavano
gli operai assunti unicamente a cottimo, i quali - come si è visto -
ricevevano i compensi più bassi di tutti.
La stessa cifra media di lire 2,75 al giorno era comunque desti–
nata a subire un'ulteriore diminuzione nel periodo compreso tra
il 1875 e il 1880, nel periodo cioè della crisi economica, che colpl
in modo particolarmente grave l'industria tipografica. La crisi degli
anni 1875-1880, come abbiamo visto, portò alla scomparsa di alcune
tipografie, all'aumento della disoccupazione e quindi, inevitabilmente,
ad un'ulteriore notevole compressione dei salari e ad un altrettanto
notevole aumento dell'impiego di mano d'opera minorile.
Secondo la statistica tipografica di Milano pubblicata dalla
«
Tipo–
grafia Milanese» nel 1878, infatti
2
',
i 588 compositori (di cui ben
124 allievi tra i 13 e i 16 amai) impiegati nelle 57 officine tipogra–
fiche milanesi percepivano, appunto nel 1878, un salario medio di
lire 2,50 al giorno, ovvero 25 centesimi in meno rispetto al salario
28
Biblioteca Gino Bianco




