

1909-1913.
Anche nei primi
anni
del quinquennio in esame, nonostante che
gli industriali continuassero a lamentare il permanere di una situa–
zione di crisi allarmante, tuttavia la produzione metallurgica con–
tinuò ad aumentare, come pure prosegui il processo di ammoderna–
mento e di concentrazione delle industrie. Proprio in questo pe–
riodo si sarebbe verificata un'azione dei siderurgici stranieri intesa
- come aHermava
«
La Metallurgia Italiana» -
«
ad eludere
l'efficacia dei nostri dazi doganali ed a fare una concorrenza sfre.
nata alla nostra produzione, sia mediante speciali facilitazioni nelle
materie prime e nei trasporti, sia con la costituzione di potenti
trusts per la vendita a basso prezzo in Italia della sovraproduzione
estera ». Per ovviare a queste ragioni in crisi i nostri industriali
adottarono due tipi di accorgimenti:
1.
Cercare di eliminare la sovraproduzione interna che, origi•
nando un'accanita concorrenza, accelerava il processo di caduta dei
prezzi. A questo fine rispose nel 1911 la creazione di un sindacato,
la
«
Società ferro e acciaio
»
che assunse la rappresentanza di quasi
tutte le imprese italiane, con lo scopo appunto di coordinarne e
disciplinarne la produzione . Il sindacato procedette a dividere le
ordinazioni fra i vari stabilimenti secondo quote preordinate, a
chiudere alcune fabbriche che non producevano in maniera econo–
mica, a migliorare più generalmente le condizioni della produzione
e dei trasporti
65 •
2. Operare nel senso della riduzione dei costi di produzione per
rendere più competitiva la nostra industria. Per ottenere questo
secondo obiettivo gli industriali da un lato introdussero, come si
è
detto, una serie di migliorie tecniche relative al potenziamento
degli impianti, dall'altro
ed
in misura ben più rilevante accentua•
rono la pressione sulla classe operaia. Il raHorzamento delle orga•
nizzazioni padronali era a questo proposito indicativo. Il consorzio
tra gli industri ali metallurgici e meccanici di Milano ad esempio, si
era
costituito, come abbiamo visto, alla fine del secolo dopo l'ap–
provazione della legge sui collegi probivirali e di quella sulla assi–
curazione per gli infortuni degli operai; ma ben presto, modificando
lt> statuto, aveva preso ad occuparsi delle controversie per salari
ed orari di lavoro. Il consorzio sostenne tre vertenze
«
di una
certa entità» con la classe operaia nel 1905; sei nel 1906; tredici
nel 1907; otto nel 1908. Nel 1909 vi erano associati ventisei sta–
bilimenti che occupavano oltre 15.000 operai cioè quasi la metà
dei metalmeccanici esistenti a Milano
66 •
Un altro scopo del consorzio in questi anni
fu
inoltre quello di
agire
come potente gruppo di pressione sulla classe politica
al
fine
359
Biblioteca Gino Bianco