

Nei casi in cui l'amministrazione dello Stato forni solo i dati
complessivi delle ordinazioni specificò tuttavia anche che la maggior
parte delle stesse era stata assegnata ad imprese italiane .
A conferma del periodo particolarmente favorevole per
il
set–
tore in questione si possono inoltre addurre altri dati relativi alla
consistenza delle maggiori imprese lombarde. La Breda ad esem–
pio, allora considerata la principale società italiana in questo campo,
nel 1906 aveva elevato il proprio capitale sociale da 8 a 14
mi–
lioni. Nelle due officine di Milano e Sesto S. Giovanni essa dispo–
neva nel 1908 di una superficie effettivamente coperta di circa
90.000 metri quadrati; aveva inoltre 1.400 macchine utensili, 27
gru a ponte , un'energia motrice di 4.000 cavalli e dava lavoro a
quasi 4.500 operai. Nello stesso anno la società consegnò allo Stato
la millesima locomotiva
57 •
La Carminati e Toselli si trasformò in
società per azioni nel 1907, con un capitale di 4.000.000 di lire.
Alla fine del 1908 si estendeva su circa
50.000
metri quadrati di
terreno, aveva una produzione di mille veicoli all'anno ed occu–
pava quasi 800 operai
58 •
La
«
Costru zioni Meccaniche
»
di Saronno
copriva alla fine del 1908 una superficie di 18.000 metri quadri,
disponeva di energia motrice per 300 Hp ed occupava pure quasi
800 operai.
Le
«
Officine Elettroferroviarie
»,
costituite a Milano
nel 1905, aumentarono due anni dopo il loro capitale da 1,8 a
3 milioni, dando lavoro a circa 1.000 operai e coprendo una su–
perficie di 40.000 mq. La produzione nel 1908 assommò ad un va–
lore di circa 5.000 .000 di lire. Per concludere, le
«
Officine Mec–
caniche» aumentarono il loro capitale dai 3 milioni del 1903 ai
10 milioni del 1905, fino ai 16 milioni del 1907
59 •
Nel 1905 gli
operai occupati erano 2.081, nel 1907 ben 3.350.
Sono dati indubbiamente importanti che nessun altro settore
dell'industria meccanica può vantare. Progressi di una certa entità,
anche se meno rilevanti, si notarono tuttavia anche in alcune so–
cietà lombarde interessate ad altri settori'°.
Un discorso a parte deve essere fatto per quanto riguarda l'in –
dustria dell'automobile. Questa industria si affermò molto rapida–
mente in Italia perché, trattandosi di un'attività nuova, le imprese
italiane che si cimentarono in essa non dovettero subire l'impari
concorrenza di potenti organismi stranieri già affermati. L'affiusso
di"capitali in questo settore della meccanica
fu
in quegli anni as–
solutamente eccezionale ed i titoli delle società salirono in maniera
incredibile. Nel 1907 in Lombardia erano attive ben 20 società
del settore, tutte sorte dopo il 1903. Il capitale versato era com–
plessivamente superiore ai 13-14 milioni, quello sottoscritto supe–
rava addirittura i 23 milioni. Delle 20 fabbriche 15 erano situate
a Milano e provincia, 2 a Bergamo e 3 a Brescia
61
•
Accanto a queste sorsero. inoltre una serie di fabbriche escr-
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