

nazione e riscaldamento la milanese
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I.
Bunt
».
Per le armi le
fabbriche già note del bresciano.
Per concludere, dunque, questa statistica mostra come nel set–
tore metallurgico ed in misura maggiore in quello meccanico, esi–
stessero a quest'epoca in Lombardia una serie di grandi e medie
industrie, perfettamente organizzate e gestite secondo i più pro–
grediti criteri capitalistici. Accanto ad esse persistevano ovviamente,
ed erano la maggioranza, molte piccole officine ed imprese di mi–
nor conto che rappresentavano comunque un nucleo ancora assai
importante nella economia della regione.
Nel complesso gli operai che trovavano occupazione nelle in–
dustrie metallurgiche e meccaniche lombarde erano a quest'epoca
quasi 23.000, in cui più della metà attivi nella provincia di Milano.
Ad essi sono da aggiungersi presumibilmente poche migliaia di la–
voratori che producevano chiodi o piccoli oggetti di metallo a mano
in piccole fucine domestiche.
1904-1908 .
Il quinquennio in esame segnò ulteriori e rilevanti progressi sia
in Lombardia che in tutto il Paese, nell'ordinamento finanziario, in
quello tecnico e nell'attività produttiva dell'industria metallurgica.
Consideriamo anzitutto i dati relativi allo sviluppo della produ–
zione:
Produzione di ghisa
anno
altiforni
produzione
numero
attivi
tonn.
operai
1905
5
(provv.
Bg. e Bs.)
4.555
53
1908
4
(
»
»
»
)
5.774
La produzione totale italiana era passata nel c~ntempo dalle
8,9 .340 tonn. del 1904 alle 112.924 del 1908 "'·
Da questi dati risulta confermata la tendenza già in atto negli
anni precedenti. Ad una grande ripresa sul piano nazionale dei pro–
cessi di produzione diretta di ghisa dal minerale corrispose cioè in
Lombardia una sostanziale stasi su valori minimali.
Del resto il fatto stesso della sopravvivenza parve eccezionale
agli studiosi, in relazione alle condizioni in cui versava l'industria
che ora aveva perso anche l'unico vantaggio del rifornimento del
carbone sul luogo, per l'esaurimento delle sue foreste
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Biblioteca Gino Bianco