Table of Contents Table of Contents
Previous Page  352 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 352 / 460 Next Page
Page Background

Anche per quanto concerne l'industria meccanica il periodo in

questione

è

caratterizzato dall'intrecciarsi di elementi contraddittori

che ne impedirono un deciso sviluppo. Elementi positivi in grado

di stimolare l'espansione, furono indubbiamente la sempre cre–

scente richiesta del mercato per macchine industriali ed agricole;

le agevolazioni concesse dallo Stato alle imprese italiane nei con–

corsi per la fornitura di materiale ferroviario; le commesse statali

di armi e materiale bellico in genere; l'afflusso di nuovi capitali

italiani e stranieri. Tuttavia l'eccessivo costo della materia prima,

protetta dalle tariffe del 1887, e la congiuntura economica sfavo–

revole, impedirono una rapida espansione. Questa industria, come

abbiamo visto, era di recentissima costituzione, poiché solo dopo

il 1870 aveva cominciato ad assumere una qualche importanza.

Essa si sviluppò soprattutto nei grandi centri del nord, dove

venivano prosperando alcuni opifici abbastanza rilevanti e tutta

una serie di piccole e medie industrie. In Lombardia l'industria

meccanica si affermò in quegli anni soprattutto nella provincia

di Milano e in misura minore a Brescia e Lecco.

Esaminiamo i dati riguardanti la provincia milanese fornitici

dal Sabbatini e relativi alla situazione del 1892

23 •

L'industria mec–

canica risultava anzitutto la meglio rappresentata per quanto concer–

neva il numero di opifici esistenti: 339. Gli operai occupati erano

però solo 11.547, mentre ad esempio l'industria serica ne contava

circa 40.000.

Le

caldaie in funzione erano 116 per un totale di

3.210 cavalli dinamici, mentre i motori erano 150 (di

cui

95

a

vapore) con una potenza di 2.771 cavalli dinamici. Più dettaglia–

tamente si aveva questa situazione: 11 opifici con 3.013 operai

adulti e 233 minori erano addetti alla costruzione di materiale fer–

roviario; 12 opifici con 1.426 operai adulti e 177 minori produ–

cevano caldaie e motori; 35 opifici con 817 operai e 196 minori

costruivano macchine industriali. I rimanenti opifici, per lo più -

di dimensioni minori, producevano oggetti vari come apparecchi

di illuminazione e riscaldamento, costruzioni in ferro, apparecchi

elettrici e di precisione, ecc.

In

effetti non

è

difficile constatare come, nonostante gli ele–

menti negativi e frenanti, si fosse venuto formando ormai un nu–

cleo abbastanza consistente di medie ed anche grandi imprese, al–

cune di recente costituzione, altre invece divenute tali con il pro–

gressivo ampliarsi delle loro vecchie strutture. Al primo gruppo

appartengono ad esempio la

«

Società Anonima Meccanica Lom–

barda

»,

con sede a Monza,, costituita nel 1886; a Saronno la

fi–

liale della Maschinen Fabrik Esslingen, la

«

Costruzioni Meccani–

che

»,

costituita nel 1887 con capitali italo-tedeschi e addetta

alla

costruzione di locomotive e materiale ferroviario; a Legnano

la

stessa Franco Tosi. Questa ditta, che aveva da

poco

rilevato gli

342

Biblioteca Gino Bianco