

questo momento però le società anonime e le loro
disponibilità
finanziarie aumentarono considerevolmente.
Nel 1900 in Italia le società metallurgiche erano 18 con un ca–
pitale di oltre 71 milioni, quelle meccaniche 43 ~on _unc~pitale d!
63 milioni
34 •
Per quanto concerne la Lombardia dtsporuamo dei
dati relativi al 31 dicembre 190
l.
A questa data le società metal–
lurgiche lombarde erano quattro (Migliavacca, Tempini, Fonderia
Milanese di Acciaio, Glisenti), con un capitale di lire 6.360.000
35
•
Le società meccaniche erano 18 con un capitale interamente versato
di oltre 37 milioni, assai superiore cioè alla metà del capitale di
cui disponevano tutte le società meccaniche italiane nel loro com–
plesso. Fra queste imprese principali erano: la Breda con 8.000.000
di lire; le Officine Meccaniche con 7.000.000, la Gadda (costru–
zioni elettromeccaniche) con 4.000.000, la Langen e Wolf e la
Tecnomasio con 3.000.000 ciascuna
36
•
Naturalmente accanto alla ristrutturazione finanziaria le aziende
principali operarono contemporaneamente un ammodernamento tec–
nologico che consentisse di aumentare la produttività e di far fronte
alle nuove richieste del mercato. Questo valeva soprattutto per
i settori della siderurgia e della meccanica pesante. Il motore elet–
trico ad esempio cominciò ad introdursi anche nel mondo delle
ferrovie, e dal 1902 comparvero i primi motori a gas, mentre i
motori a vapore avevano ormai preso il posto solo pochi anni prima
occupato da quelli idraulici
37 •
Una delle imptese all'avanguardia nel settore siderurgico lom–
bardo era quella di G. E. Falck. Questi, già proprietario del lami–
natoio di Malavedo, aveva acquistato all'asta la ferriera
cli
Rogo–
redo nel 1895. Nel '98 presso questa ferriera venne ultimato un
nuovo impianto di acciaierie ed in quell'anno
il
forno produsse
1
O
.000 tonnellate di acciaio
38
,
poi raddoppiate in soli due anni.
Nel 1902 infine anche
il
laminatoio venne trasferito presso gli im–
pianti di Rogoredo
39
•
I principali ammodernamenti negli altri im–
pianti siderurgici si erano avuti negli stabilimenti Migliavacca di
Vobarno, ampliati con nw;,vi forni Siemens e nella ferriera Gre–
gorini che aveva arricchito di forni Siemens e laminatoi il forno
Pernot rotativo già in funzione a Castro. Ferriere nuove venivano
segnalandosi inoltre in questo periodo, come ad esempio la
«
Lu–
rani e Mapelli
»
a Milano-Porta Romana.
La produzione del ferro e dell'acciaio aumentò cosl considere–
volmente. Nel 1902 ventiquattro officine lombarde produssero
54.985 tonn. di ferro e 6.545 di acciaio; nel 1903 la produzione
in ventisei officine, sali rispetFivamente a 62.975 e 6.754 tonne!'.
late
40
.
Frattanto nel 1902
la
produzione italiana di ferro
aveva
raggiunto le 163.000 tonn. e quella d'acciaio di prima fabbrica–
zione le 135.000
41 •
348
Biblioteca Gino Bianco