

certa contrazione, ma molto meno grave. Esaminiamo a questo pro–
posito alcuni dati esemplificativi.
Mentre in tutto il paese la produzione del ferro era passata
dalle 38.000 tonn. annue del 1870 alle 173.000 (oltre a 72.000
di acciaio) del 1887, in Lombardia si passò dalle 23.000 tonn.
del 1881 (23% del totale nazionale) alle 32.000 del 1887 (13%)
e questo nonostante che vi fossero ancora censite ben 2/3 delle
ferriere italiane
26 •
L'industria lombarda era cioè sempre caratteriz–
zata prevalentemente da un gran numero di piccole ferriere; non
aveva ancora sviluppato i grandi e moderni complessi che invece
sorgevano ormai in Toscana, Umbria e soprattutto Liguria.
Cominciò ad avviarsi comunque in questo periodo anche in
Lombardia, se pur solo tendenzialmente e con risultati non imme–
diatamente rilevanti, un autentico processo di ristrutturazione. La
possibilità di fondere i rottami e
le
agevolazioni per la loro impor–
tazione affrancò in effetti le industrie regionali dal legame coi luo–
ghi di produzione del minerale e favorì appunto il processo di co–
stituzione di importanti impianti nell'area urbana accanto ai quali
persistevano e venivano migliorati gli impianti di tutta una serie
di piccole e medie industrie nelle zone prealpine.
Nonostante questo inizio di rinnovamento, aiutato anche dalla
protezione doganale di cui l'industria poté fruire, i progressi non
furono subito quelli sperati a causa soprattutto della crisi econo–
mica che abbattendosi sull'Italia intorno al 1890, colpl anche que–
sto settore. Ecco in proposito i dati della produzione lombarda di
ferro ed acciaio relativi all'ultimo decennio del secolo
11 :
anno
officine
produzione
operai
motori
potenza in
in tonn.
cav. din.
ace.
5.758
1891
271
ferro
38.070
3.370
586
4.631
ace.
5.273
1893
254
ferro
34.008
3.285
571
4.584
ace.
1.825
1895
196
ferro
48.058
2.331
259
4.183
ace.
1.880
1898
148
ferro
47.234
2.342
241
5.021
Emerge da questi dati il sostanziale ristagno della produzione,
dovuto ai motivi già brevemente accennati; è confermata l'esistenza
di un processo di ristrutturazione che si manifesta soprattutto nella
chiusura di molte piccole officine (
il
cui numero viene difatt i di–
mezzato in solo otto anni), senza che però diminuisse proporzio–
nalmente la produzione e la potenzialità degli impianti in funzione.
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