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dia, frequenti erano ancora le ~orme cli comproprietà,

e

.

solo

8!i

impianti cli più recente costruzione appartenevano

a sOC1età

pn–

vate •.

All'epoca dell'unificazione, secondo Io Scagnetti, nelle valli del–

l'alt a Lombardia erano attive 143 officine siderurgiche (altre

5

erano nella zona cli Milano)

5 •

La produzione media annua si ag–

girava sulle 11.000 tonnellate cli ghisa, 10.000 tonn. cli ferri sago–

mati e variamente lavorati, ed infine 550 tonn. cli acciaio

6

Il nu–

mero degli operai occupati negli altiforni, ferriere ed acciaierie lom–

barde, sempre per questo stesso periodo,

è

valutato dal Leonarcli ad

oltre 3.500 unità

7

Per quanto riguarda le successive lavorazioni del ferro, i centri

di maggior rilievo erano sempre in Toscana e in Lombardia, con

particolare riguardo, per quest'ultima regione, ai centri cli Brescia,

Lecco, Gardone e Dongo. In particolare un notevole rilievo ave–

vano assunto gli stabilimenti per

la

produzione cli armi in Val–

trompia, a Brescia e Lecco

8

Nel periodo in esame risulta invece

insignificante sia in Lombardia che nel resto d'Italia, la produ–

zione e la lavorazione di metalli non ferrosi.

Per quanto concerne il settore dell'industria meccanica, si deve

osservare come nel 1861 l'industria nazionale fosse costituita da

non più di una trentina di officine cli una qualche importanza.

Vi si fabbricavano macchine industriali ed agricole con una produ–

zione annua cli 12-15 milioni di lire, impiegando circa cinque o

seimila operai. Anche in questo ramo comunque la Lombardia era

tra le regioni che si segnalavano per un sia pur relativo sviluppo

produttivo, finanziario e tecnologico. Fra le officine meccaniche che

già avevano assunto un certo rilievo vanno segnalate la

«

Gli–

senti

»

a Brescia, la

«

Regazzoni

»

a Como, le

«

Officine Meccani–

che di Porta Nuova

»

a Milano

9 •

In

questa città, appena fuori Porta Nuova, il francese G. A. •

Bouf!ier aveva fondato nel 1846 una modesta fonderia cli ghisa con

annessa officina meccanica, a cui aveva dato il nome cli

«

Elve–

tica

».

Fin dalla sua nascita si era dedicata alla produzione di

co–

struzioni meccaniche varie come ponti, tettoie, macchine a vapore

fisse e locomobili, impianti idrovori e turbine trebbiatrici, materiale

per strade ferrate e caldaie. L'azienda, destinata ad assurgere in

breve tempo a grande importanza, non ebbe però nei primi

anni

vita molto prospera, come mostrano i frequenti cambiamenti cli

titolari. Dal 1850 al 1860 fu infatti proprietà della Ditta Schlegel

&

C.; dal '60 al '62 della ,Bauer

&

C. Più tardi, prima cli venir

rilevata dall'ing. Breda, la fabbrica divenne proprietà della Bamat

&

C. (1877) e della Cerimedo

&

C. (1879)

10 •

Un'altra azienda meccanica destinata a -notevole sviluppo venne

costituita sempre a Milano, nel 1861: Io stabilimento per la

fab-

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