

ratori con pazienza « senza uscire dai limiti della più stretta le–
galità
»
293
•
Lo
sciopero
fu
chiuso ufficialmente con una riunione all'Arena,
presenti circa 5.000 muratori; poi ci
fu
un corteo con banda e capi
in
testa che si recò a rendere omaggio al « Secolo », all'abitazione
del Cavallotti, all'editore Sonzogno, all'« Italia » e alla« Lombardia»;
quindi conflui al Consolato e Il si tenne una grande riunione. La sera
ci
fu
un incontro con molti capimastri « e quivi stringevano viappiù
i vincoli della pace - concludeva « L'Italia » - facendo un'allegra
bicchierata » ,.. .
Agli evviva dei radicali non fece comunque eco
il
« Corriere
della Sera », che del resto non aveva motivo di rallegrarsi del van–
taggio che si stavano prendendo i suoi avversari. Il quotidiano mo–
derato infatti non mancò di riferire come, in realtà, corressero an–
cora voci di sciopero, in quanto non tutti i capimastri intendevano
adeguarsi alla Convenzione; lo scontento era diffuso soprattutto fra
i manovali ed i garzoni, che avrebbero voluto un aumento propor–
zionato al loro lavoro. « Dubitasi che la quiete apparente possa du–
rare a lungo - concludeva il giornale - fra molti muratori c'è la
convinzione che, terminati
i
lavori in corso, e d'urgenza, vi sarà più
d'un capomastro che prenderà la rivincita [ ...] mandandoli a
spasso »
295 •
La precarietà della vittoria non sfuggi del resto neanche agli stessi
dirigenti della Società Muratori, che pubblicarono infatti un mani–
festo indirizzato ai capimastri, dove trapelavano appunto la preoccu–
pazione per le difficoltà che sarebbero sorte nell'applicazione del–
l'accordo
296 •
Lo stesso « Secolo» concludeva le sue cronache affi–
dandosi alla speranza che « gli egregi cittadini » rappresentanti dei
capimastri avrebbero usato tutta la loro autorità per convincere i
loro colleghi della necessità di interpretare « nel senso più equo
e più largo la convenzione stessa
»
esortando quindi i muratori a
meritarsi, con la loro abilità, i prezzi migliori
m_
Una voce di aperta critica alla conclusione dello sciopero venne
in quei giorni soltanto dal « Fascio Operaio ». « Malgrado la stampa
borghese faccia di tutto per indorare
la
pillola - scriveva il gior–
nale
::_
non tutti i muratori la inghiottiscono in santa pace ». E ag–
giungeva che i più malcontenti erano i manovali e i garzoni, « che
nella famosa conciliazione furono del tutto dimenticati » ed inoltre
che molte contestazioni nascevano nei giorni di paga, fra i muratori
e i capimastri, precisamente per la grande elasticità che esisteva
nell'accordo conchiuso, per cui « si può dire senza tema di errare,
che questo sciopero lascia dietro di sé uno strascico tale, ch'è foriero
di nuove lotte»
298 •
Secondo
il
« Fascio Operaio» la vittoria dei
muratori era stata soltanto una vittoria morale, nel senso che
avevano fatto esperienze della loro forza e della loro solidarietà, strap-
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