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dall'essere

compiuto; il distacco completo dall'agricoltura non

era

ancora del tutto avvenuto nel settore edilizio, dove il lavoro nel

cantiere, per il suo carattere saltuario, era assai spesso complementare

del lavoro agricolo e questo era vero non soltanto per la manodo–

pera non qualificata, ma anche - se pur

in

misura minore - per il

muratore specializzato, che non di rado traeva ancora qualche red–

dito dalla campagna.

È

da rilevare inoltre come queste possibilità di

reddito agricolo, pur nella loro crescente precarietà, abbiano costi–

tuito per molti

anni

un notevole fattore di compressione salariale e

ciò anche negli anni di crisi agricola

in

cui tali possibilità vennero

meno. Fu appunto a seguito della crisi agricola che andò accentuan–

dosi il processo di proletarizzazione degli operai muratori,

cui

si

aggiunse un inasprimento delle condizioni di vita e di lavoro nei

cantieri edili per il sopraggiungere degli effetti della crisi edilizia.

Si

è

già fatto cenno come, in questa fase, il processo di proletarizza–

zione abbia coinvolto, oltre a molti capimastri, anche la categoria de–

gli assistenti di fabbrica che, al fine di un più razionale sfruttamento

del lavoro nel cantiere, furono ridotti a semplici sorveglianti sala–

riati, perdendo quelle caratteristiche tecniche e dirigenti che avevano

avuto fino ad allora.

In questo quadro, l'organizzazione di classe dei muratori, men–

tre trovò indubbiamente un terreno favorevole al suo sviluppo nelle

dure condizioni di sfruttamento cui era sottoposta tutta la categoria,

dovette fare i conti con un proletariato ancora in via di formazione

e che rifletteva pertanto

il

permanere di strutture di tipo precapitali–

stico, che si manifest-avano nel persistere sia di interessi e di atteg–

giamenti corporativi fra i muratori specializzati, che di grave indi–

genza unita a pregiudizi radicati e grave ignoranza - e conseguente

«

disponibilità

»

allo sfruttamento - fra la maggioranza dei mano–

vali, ancora strettamente legati al mondo contadino; un proletariato

quindi con una coscienza di classe in gran parte ancora allo stato

embrionale. La organizzazione dei muratori non poteva non riflet–

tere questi limiti, ma

è

appunto in questo contesto che non può

sfuggire

il

valore ed il peso che ebbe, per lo sviluppo del movi–

mento di classe, l'apporto degli elementi socialisti all'interno del–

l'organizzazione operaia. Pur nei limiti dell'analisi condotta in que–

sta ricerca sulle origini ed i primi sviluppi dell'organizzazione di

classe dei muratori milanesi, sembra di poter affermare come la

Società Muratori di Milano, nelle prime tappe dei suoi primi

anni

di vita, possa costituire un esempio delle esperienze attraverso le

quali

il

movimento operaio,

in

Italia, sia diventato socialista. La

presenza all'interno dell'organizzazione di classe dei muratori di

elementi strettamente legati al POI ed ai circoli socialisti milanesi,

primo fra tutti

il

muratore socialista Silvio Cattaneo, ebbe un ruolo

determinante per la graduale affermazione di una tendenza che mirò al

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