

st~pa; l'opuscolo fu curato da un certo M. Palazzi, persona presu–
llllbilmente del Consolato Operaio o comunque dell'ambiente demo–
cratico-radicale
285 •
Il fronte dello sciopero cominciò ad incrinarsi quando, dopo
un'ass
7
mble_a all'Arena, fu presa
la
decisione
cli
concedere operai
a quei capimastri che avevano accettato le condizioni concordate
con la Società Muratori; a questo proposito
è
significativo
il
fatto che sia stata proprio la Cooperativa dei Muratori come si
è
già accennato, ad intaccare per prima la compattezza degli sciope–
ranti.
Il primo sasso che sgretolò dello sciopero dei muratori - scriveva • Il
Secolo• -
fu
mosso dal Signor Carlo Antognini. Egli
fin
da sabato si acx:ordò
colla Società Cooperativa dei muratori; chiese loro
i
lavoranti, esonerando il
suo capomastro Bclloni che non credette firmare l'accordo e questa mattina
nella sua fabbrica
di
Via Brera
5
si lavorava allegramente. E l'opera si
iniziò
con evviva
al
lavoro.
La
stessa C,ooperativa mandò
altre
quattro squadre
in
varie fabbriche che ne fecero direttamente richiesta
286.
Intanto continuavano a pervenire all'Arena le richieste
cli
operai
da parte
cli
capimastri che non facevano parte del Collegio; l'Ermolli
chiedeva però dichiarazioni scritte che avrebbero rispettato le condi–
zioni. Inoltre, poiché i tre quarti degli operai sarebbero rimasti
ugualmente senza lavoro, fu deciso che quelli che lo avrebbero ri–
preso si sarebbero assoggettati ad una specie
cli
tassa, dal 15 al
20% sui loro guadagni, per soccorrere gli altri fino al termine della
vertenza; evidentemente era pretendere un po' troppo dal livello
cli
coscienza generale degli operai in quella situazione, cosa di cui
si resero conto gli stessi dirigenti della Società, che nominarono
dei capi squadra con
il
compito di trattenere al sabato la tangente
convenuta al pagamento del salario, con quale rischio di scontri e
dissapori fra gli stessi operai si può facilmente immaginare
w.
In
realtà
il
problema sarebbe stato quello di contare sulla solidarietà
che si era ormai creata fra gli scioperanti, conducendoli tutti uniti
alla risoluzione dello sciopero, e non già di far appello ad una so–
lidarietà di cui ben pochi avrebbero potuto dar prova.
In quella situazione fu necessario chiudere l'Arena, per evitare
le fughe e i muratori si trovarono cosl sequestrati nel recinto; di–
versi cercarono
cli
svignarsela, lasciandosi cadere dalle mura di
cinta
281,
almeno secondo quanto riferiva
il
«
Corriere della Sera».
A mano a mano che diminuivano le adesioni allo sciopero, i ca–
pimastri si resero conto che per loro era ancora possibile resistere;
un gruppo dei più decisi prese a diffondere una quantità di volan–
tini incitanti i capimastri a non firmare le proposte dei muratori
219
;
contemporaneamente cominciò ad apparire un notevole schieramento
cli
forza pubblica per le vie della città.
«
Il Secolo •• che parlava
311
Biblioteca Gino Bianco