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Strumenti assai opportuni a questo scopo, come

è

noto, erano al–

lora i Collegi dei Probiviri; dopo l'inchiesta sugli scioperi del 1878 i

progetti di legge per l'istituzione di questi Collegi si erano moltiplicati

e

la

tendenza era quella di farne delle istituzioni non solo conciliative

fra

padroni

ed

operai, ma che rivestissero un

«

carattere coattivo di

giurisdizione speciale»''"· Evidentemente le leggi vigenti non sembra–

vano più suf!icienti a tutelare abbastanza i padroni nelle controversie

del lavoro. Un collegio di questo tipo, denominato Comitato d'arbitri,

fu istituito fra capimastri e muratori dopo la conclusione dello scio–

pero del 1887

304

Lo

scopo principale del Comitato sarebbe stato

quello di decidere sulle contestazioni eventuali che avrebbero potuto

sorgere fra muratori e capimastri a proposito della classificazione

degli operai, secondo quanto era stato previsto dalla Convenzione del

30-9-1887. Il Comitato avrebbe anche dovuto

«

appianare le qui–

stioni particolari che insorgessero fra capomastro e muratore

»

JOS.

Nella pratica, il Comitato d'arbitri non svolse nessuna funzione

valida a garanzia del rispetto della Convenzione dell'87; il dilagare

della disoccupazione conseguente alla crisi edilizia che andò gradata–

mente aumentando negli anni successivi, costitul infatti un elemento

determinante della trasgressione quasi generale degli accordi rag–

giunti: gli operai evitarono quasi sempre di far ricorso al Comitato,

per timore di perdere il posto di lavoro e gli stessi capimastri fa.

centi parte del Comitato erano spesso fra i primi a violare la Con–

venzione.

Le

prime violazioni si verificarono subito dopo la firma dell'ac–

cordo, ma le agitazioni dei muratori ebbero inizio soltanto con la

primavera successiva; la richiesta era ancora quella di essere pagati

ad ora ed in base alla tariffa.

La Società Muratori organizzò una grande assemblea all'inizio del–

l'aprile 1888; le lamentele e le proteste contro i capimastri che non

rispettavano la Convenzione furono generali. Si decise cosl di fare

degli scioperi parziali, ma la situazione era molto cambiata rispetto

all'autunno precedente.,._ Una eventuale sospensione dei lavori men–

tre era in pieno corso l'attività per le demolizioni e la costruzione

dei nuovi quartieri previsti dal piano regolatore avrebbe colpito

troppi. interessi per lasciare indifferenti le autorità cittadine. Si

preannunciava pertanto un intervento repressivo, circostanza che

non si era verificata nel settembre dell'87. La stessa stampa cittadina,

che aveva sostenuto quello sciopero, si preoccupò di richiamare l'at–

tenzione dell'opinione pubblica sul danno che - a suo dire - sa–

rebbe derivato agli interessi cittadini da un'eventuale sospensione dei

lavori.

«

Nulla di più grave in un momento in cui i lavori fervono

- scriveva

«

L'Italia

» -

Tutto dipenderà dall'atteggiamento dei

tre

o più mila muratori della Bassa lombarda i quali, contentandosi

315

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