Table of Contents Table of Contents
Previous Page  328 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 328 / 460 Next Page
Page Background

lodata dalla stampa borghese

323

e contro la 9uale ~anifestò invec_e

la propria insoddisfazione la Soc_ietàMur~tori, per il_caratte_re cari–

tativo ed umiliante che aveva nei confronti dell operaio, per il quale

essa chiedeva il lavoro e non l'elemosina

«

che lo avvilisce e lo

pone in una condizione indeg~a di uomo ~bero e <;>nesto_»~-

Con il sopraggiungere dell mverno la disocc~paz1?ne_dilago nuova–

mente e la situazione rimase grave per alcuru anru, fmo al supera–

mento della crisi. In tutto questo periodo le rivendicazioni degli

operai furono analoghe a quelle del 1890 e lo sforzo della ~ocietà _Mu–

ratori fu volto soprattutto a contenere le conseguenze di una situa–

zione economica generale nettamente sfavorevole agli operai.

In

questo quadro, l'opera di agitazione e di propaganda della

Società Muratori per il

1

° Maggio e le 8 ore di lavoro trovò, a par–

tire dal 1890, un terreno favorevole, anche se nella pratica, in

quei primi anni, non poté ottenere una notevole partecipazione degli

operai alle manifestazioni, per l'insicurezza generale del posto di

lavoro.

Da quanto sopra esposto, si

è

potuto rilevare come l'industria

edilizia abbia avuto uno sviluppo assai notevole a Milano, dal 1860

alla fine del secolo, particolarmente nel decennio dal 1880 al 1890.

La considerevole disponibilità di capitali indirizzati verso il settore

edilizio dalla politica creditizia delle banche negli anni che seguirono

l'abolizione del corso forzoso, in coincidenza con le favorevoli pro–

spettive di speculazione offerte dall'approvazione del nuovo piano

regolatore cittadino, costitul indubbiamente la base per un notevole

slancio dell'attività edilizia. Da una situazione di partenza dove pre–

dominavano le piccole imprese di capimastri che lavoravano su com–

missione, il terreno fu favorevole alla graduale trasformazione di

alcune di queste imprese in società di tipo capitalistico, mediante

uno sfruttame nto sempre più esteso del lavoro salariato e

la

corrispondente accumulazio11e di capitali. Fu appunto in quegli anni

che si consolidarono le più grosse imprese di costruzione, anche

se continuarono a sopravvivere una quantità di piccole imprese

di

tipo precapitalistico, e mentre si verificò il progressivo deterioramento

della condizione economica e sociale

di

molti capimastri che non fu.

rono in grado di diventare capitalisti e che, travolti dalla crisi, furono

ridotti a semplici salariati. Nella particolare situazione dell'edilizia

però, ciò che appare rilevante in quegli anni, non

è

tanto la progres–

siva caratterizzazione di questa industria in senso capitalistico, quanto

il contrapporsi al padronato edile di un proletariato particolarmente

numeroso e combattivo, che proprio in quegli anni andò acquistando

coscienza di sé come classe politica antagonistica, organizzandosi sulla

base della resistenza. Ciò appare tanto più notevole in quanto per

i

lavoratori

edili

il processo di proletarizzazione era ancora lontano

318

Biblioteca Gino Bianco