

pando dall'inerzia una categoria tanto numerosa e richiamandola
alla
coscienza dei propri diritti.
La conclusione dello sciopero ebbe delle ripercussioni all'interno
della Società Muratori. Da un lato si sarebbe dimesso dal Consiglio
il Pedroni, per disaccordo sull'esito dello sciopero
299
e dall'altro si
ebbero, successivamente, gli allontanamenti di Espelti ed Ermolli,
mentre venne avanti la tendenza più avanzata rappresentata da Silvio
Cattaneo, già allora segretario della Società
300
•
Ad oltre un anno di distanza dalla conclusione dello sciopero
del settembre, se ne trova una prima valutazione da parte del
«
Muratore », che allora si stampava di nuovo a Torino. La Con–
venzione firmata
il
30 settembre venne giudicata come
«
provoca–
trice di continui dissidi » e il giornale affermava che il Consiglio
direttivo, la Commissionedegli scioperanti e i muratori all'Arena non
l'avrebbero accettata
«
se non fosse venuta meno la solidarietà degli
scioperanti »
301
•
Ma ancor più complete la valutazione e l'autocritica
sullo stesso giornale non appena questo apparve a Milano nel 1889;
«
Il Muratore » si apriva con un articolo di fondo riferentesi a quella
vicenda e, rievocando l'esperienza di quei giorni, affermava:
«
Or–
bene, l'entusiasmo, i sacrifici, le speranze nostre, la lotta stessa ora–
mai si
è
risolta in un'amara delusione. Noi muratori siamo qui al
po–
sto di prima. Siamo stati ingannati, siamo stati sfruttati nelle nostre
più nobili passioni [ ...].Quando noi nell'autunno dell'87 abbiamo de–
liberato lo sciopero era nostra ferma intenzione di non cedere se non
quando si fosse stabilita una tariffa che ad ognuno di noi, in faccia ai
capomastri od ai padroni, assicurasse
il
fatto suo
»,
e qui faceva rife–
rimento alle richieste dei muratori,
«
Ma lo sciopero diventa lungo
e noi in buona fede, credendo di far del bene, ci rivolgemmo a dei
cittadini, i quali, sia perché avezzi a far delle capriole politiche,
sia perché sinceramente amici dei lavoratori solo quando hanno bi–
sogno di farsi nominare deputati, sia perché noi eravamo
Il Il
per
mostrare i denti, con le belle e con le buone ci tirarono giù, ci trasci–
narono a suon di retorica dinnanzi ai nostri sfruttatori, e là, fra un •
bicchiere e l'altro, si convenne di aggiustarsi in questo modo, che
noi però non avremmo accettato se non fossimo stati menati pel
naso». E dopo una analisi della Convenzione, concludeva:
«
Ebbene,
questa Convenzione, difesa, abbellita, fattaci parere buona dalla Com–
missione nominata e composta da quei signori che tutti sanno, noi
l'accettammo ed oggi siamo qui... con un pugno di mosche,....,_
Nono;tante i limiti che si sono visti, lo sciopero del 1887
aveva
rivelato la notevole capacità
di
organizzazione e di lotta che i mura–
tori erano in grado di sviluppare e pertanto il padronato si preoc–
cupò di trovare
il
modo di controllarne e frenarne il movimento.
314
Biblioteca Gino Bianco