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~o

cessat? di. correre da una fabbrica all'altra per vedere se

e

~r~

mod? d1 verura .ad un accomodamento

»

257 •

La stampa

in

genere

criticava 1 capimastri per

il

loro atteggiamento e questi si difen–

de~ano affermando che la riduzione di salario non era che

«

l'appli–

cazione pura e semplice dell'orario e dell'art .

3

dell'annesso regola–

mento »

258

Un centinaio di capimastri, la sera del

6

setttembre, si riunirono

nella .sede del Collegio; la riunione fu molto burrascosa, in quanto

fra

~

loro regnava

il

disaccordo.

Il

Bonomi infine, uno dei più

accesi, presentò un O.d.G., che venne approvato, con cui si rifiu–

tava

l'orario dei muratori e si proponeva quello degli scalpellini,

lasciando libero

il

salario

259 •

Una commissione mista di capimastri e di muratori, nel frattem–

po,

con la mediazione del sindaco Negri, era giunta ad un

«

modus

vivendi

»

che prevedeva un orario di 1O ore e mezza in giugno

e luglio e 10 in settembre, il rispetto del regolamento dell'aprile

e

che fosse assicurato un minimo di

L. 3

al giorno per l'estate e di

lire

2,50

per l'inverno ""', ma su circa

270

capimastri ce n'era una

trentina che non volle assolutamente saperne di accettare quel

«

modus vivendi ». Nella successiva riunione pertanto, l'assemblea

dei capimastri votò un O.d.G. con cui si accettavano

11

ore per

giugno e luglio e 1O per settembre e si intendeva rendere più ela–

stico il regolamento

261•

Il

cosiddetto

«

modus vivendi » non fu però accettato neppure

dall'assemblea dei muratori

262 •

Espelti ed Ermolli tecero alcune pro–

poste di compromesso, che ad una ad una furono respinte dai mura–

tori, finché fu votato all'unanimità un O .d.G. con cui si respingeva

l'orario proposto dai capimastri e si pretendeva il pagamento ad

ore, variabile dai 30 ai 40 centesimi all'ora

263

È

significativo

il

tono elogiativo con cui la stampa borghese delle

varie tendenze parlava di questi due rappresentanti dei muratori.

«

Tutti applaudono alle parole di questo bravo giovanotto » - scri–

veva

il

«

Corriere della Sera»

264 ,

e

«

L'Italia» ne lodava le

«

sanis–

sime idee democratiche e le saldissime convinzioni » e riportava fre–

quentemente i

«

discorsetti assennati » che egli teneva nelle assem–

blee ~-

Nel frattempo si lavorava in diversi cantieri dove i capimastri

avevano accettato il nuovo orario, mentre altrove gli operai si

misero in sciopero.

Lo

sciopero rimase parziale per quella setti–

mana, ma si sarebbe esteso assai più rapidamente se non fosse

stato per l'opera di persuasione a non scioperare dei soliti modera–

tori.

«

Se gli operai questa mattina si posero al lavoro quietamente

- scriveva infatti

«

L'Italia » - lo si deve in gran parte all'Ermolli,

all'Espelti, al Colombo e al Pedroni. Alle

5

erano già al Ponte sul

Corso Garibaldi per consigliare i compagni alla calma, e dalle 6

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Biblioteca Gino Bianco