

il
frutto del nostro lavoro
»
252
e continuò ·tessendo
gli
elogi del
lavoro cooperativo, esortando i muratori ad essere calmi e solidali.
«
Non facciamo scioperi - continuò - lo sciopero lasciamolo fare
ai capimastri; e sappiamo tutti che lo scopo di questa riunione
è
di mostrarci tutti concordi perché nella concordia sta tutta la nostra
forza»
253 •
Con i capimastri avrebbero dovuto regolarsi
«
secondo
coscienza », ma come direttiva non era davvero molto avanzata.
An–
che l'Ermolli parlò a lungo dei vantaggi del lavoro cooperativo e
fu
contro lo sciopero.
«
Non vi consiglio lo sciopero - disse - per-·
ché somiglia ad un coltello a serramanico; chi l'adopera può ta–
gliarsi le dita. Ma siate uniti e non cedete alle ingiustizie: e vin–
cerete» '-".
A questo punto le proteste dei muratori, che quel giorno non
erano Il ad ascoltare discorsi sui benefici effetti della cooperazione,
si fecero subito sentire:
«
Mettiamo le carte in tavola - gridò un
giovanotto rivolgendosi ai due presidenti - se domani mattina, lu–
nedl
5
settembre,
il
mio capomastro mi propone di lavorare coi
25
o 27 centesimi di ribasso, che cosa devo fare?
»
255
e di fronte
a questa richiesta perentoria l'Ermolli non poté fare a meno di
affermare che lui, in quel caso, se ne sarebbe andato a casa.
«
Ma
rimarrei a casa - disse - non andrei a zonzo a fare lo sciope–
rante
».
«
Allora - osservò un altro giovanotto - se non
è
zuppa
è
pan bagnato. Sconsigliate lo sciopero, ma viceversa poi ammet–
tete che chi non
è
contento delle nuove proposte dei capomastri
abbandoni
il
lavoro
»
e la discussione continuò cosi assai accesa
finché non si venne al voto sull'ordine del giorno per l'incontro con
i capimastri.
I muratori Espelti, Ermolli e Colombo costituirono la commis–
sione che trattò con i capimastri e le autorità per tutta la durata
dello sciopero e si vedrà che se la lotta
fu
cosi compatta e durò
tanto a lungo, ciò
fu
dovuto alla volontà di resistenza dei muratori
riuniti nelle assemblee e dalla spinta che venne da altri membri del -
Consiglio della Società Muratori e mai dalla commissione degli
scioperanti. Rimane comunque significativo
il
fatto che, nonostante
alcune critiche e perplessità sull'operato dei loro dirigenti, i mura–
tori, a livello di massa, non negarono la loro fiducia ai membri della
commissione, fatto che si verificò invece all'interno dell'organizza–
zione operaia.
Il
lunedl successivo molti muratori, come al solito, si riunirono
al Ponte, ma poiché i capimastri volevano che lavorassero a 28
o 30 centesimi in meno, nessuno si recò al lavoro
256 ;
altri abbando–
narono i cantieri dove già si trovavano, non essendosi accordati con
i capimastri.
In
un primo tempo sembrò che lo sciopero si potesse
comporre per l'intervento delle autorità.
«
Il
Pedroni e l'Ermolli
sono instancabili - scriveva
«
L'Italia
» -
Da
ieri a
stamani non
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