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Comune - scriveva

«

Il Muratore

» -.

Era considerato già un buon

risultato ottenere la Borsa del Lavoro e che i lavori del Comune

venissero affidati alle Cooperative

231•

Durante la campagna elettorale amministrativa del 1889, la

Società Muratori era riuscita a svolgere un buon lavoro di propa–

ganda a favore del Fascio anche in qualche località della provincia,

come a Lentate, ad Affori, dove un socio muratore era stato eletto

consigliere comunale, ed a Niguarda. I suoi propagandisti, percor–

rendo le campagne, spiegavano il meccanismo elettorale e fornivano

spesso i moduli per l'iscrizione alle liste.

Le elezioni politiche del 1890 furono precedute da un Con–

gresso elettorale delle associazioni operaie milanesi, che si tenne a

Milano il 12 ottobre e precedette di una ventina

di

giorni il V Con–

gresso del POI. Il Congresso fu particolarmente importante per l'or–

ganizzazione dei muratori ; ad esso furono presenti circa 90 delegati,

rappresentanti 12 mila operai milanesi. Poiché i delegati rappresen–

tavano ognuno 100 soci, la Società Muratori che allora ne aveva

2.700 (escluse le sezioni filiali) fu presente con 27 soci

232 •

Il Con–

gresso si tenne per iniziativa del Fascio e del Consolato, nell'intento

di presentarsi con un programma elettorale unico, ma le divergenze

emersero ben presto, sulla questione delle alleanze e della scelta dei

candidati; mentre il Consolato avrebbe voluto accettare nelle liste

operaie dei candidati non operai, purché fossero

«

democratici o so–

cialisti »,

il

Fascio sostenne che gli operai non dovevano accettare

alleanze

«

e che in tutte le lotte della vita gli operai debbano fare

da soli» m. La diffidenza verso gli elementi borghesi che dominavano

nel Consolato portò ad un irrigidimento nelle posizioni operaiste do–

minanti nelle associazioni aderenti al Fascio e si giunse alla rottura;

il Congresso deliberò di non accettare borghesi nelle liste elettorali

e i rappresentanti del Consolato lasciarono la riunione.

«

Il Conso–

lato - commentò

«

Il Muratore » - che non si muove e non vota

per moto proprio , ma per influenza di alcuni borghesi, dinnanzi

a questa votazione si

è

ritirato».

«

Da questo agire gli operai del

Consolato e delle società a lui consociate fanno vedere -

conti–

nuava il giornale - che non hanno ancora una coscienza di quanto

debbono fare per raggiungere la nostra emancipazione ». Si conclu–

deva •quindi affermando che benché la Società Muratori non avesse

ancora aderito ufficialmente al Fascio dei Lavoratori

«

seguiva però

la stessa via e di comune accordo perché

il

Fascio dei Lavoratori prima

della questione politica vuol risolvere la questione economica

».

A

seguito dell'atteggiamento del Consolato, il Fascio si ritirò dalla

competizione elettorale, pur nella consapevolezza di favorire in tal

modo il partito conservatore.

La pregiudiziale contro la politica rimase a lungo nell'organiz–

zazione dei muratori , mentre andarono gradatamente maturando le

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