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silenzio, costitul indubbiamente un punto di arrivo e di affermazione

della tendenza più avanzata della Società Muratori, rappresentata dal

Cattaneo, ed il periodico svolse da quel momento una funzione im–

portantissima di educazione e di propaganda che, partendo da posi–

zioni operaiste, del resto mai del tutto superate negli anni succes–

sivi, orientò sempre più l'organizzazione operaia verso il socia–

lismo, nonostante

il

persistere al suo interno di elementi e di posi–

zioni nettamente contrarie.

L'elemento più appariscente che caratterizzava il giornale era

l'assoluta preminenza data alla questione economica; l'accento era

posto sulle condizioni di vita e di lavoro e sulla necessità di realiz–

zare l'unità degli operai per la conquista della completa emanci–

pazione attraverso l'emancipazione economica, atteggiamento stretta–

mente legato alle condizioni di miseria e di sfruttamento in cui

vivevano in quegli anni gli operai edili; con

«

Il Muratore

»

si

cercava soprattutto di dare coscienza ai muratori dei loro diritti

sul lavoro; di qui le continue esortazioni a pretendere dai capimastri

il rispetto dell'orari o e delle tariffe, la continua propaganda contro

il cottimo.

Mentre questi argomenti trovavano ampio spazio sulle colonne

del giornale, ad essi faceva riscontro la quasi completa assenza

di temi politici. Non si trattava comunque di un limite peculiare

della Società Muratori, ma di una caratteristica dominante fra le

organizzazioni operaie di allora, nelle quali erano ancora vivi gli echi

della propaganda anarchica e assai radicata una diffusa diffidenza

verso lo Stato, che induceva a considerare la politica come manovra

e intrigo di politicanti ambiziosi di potere, atteggiamento comun–

que assai comprensibile in una situazione in cui la classe operaia

era stata esclusa fino ad allora da ogni partecipazione alla vita

po–

litica e soltanto da pochi anni, con l'allargamento del suffragio, co–

minciava ad essere coinvolta su di un terreno che le era sempre stato

estraneo. D'altro lato era ancora troppo presto perché fossero

giunti a maturazione, nelle organizzazioni operaie, quegli elementi di

coscienza politica che soltanto da pochi anni avevano cominciato a

penetrarvi.

Sul problema della partecipazione alla vita politica, non esisteva

accordo neppure fra i membri del Consiglio della Società Muratori ;

in particolare, Espelti, Ermolli e Beccaluva si opposero sempre

a qualsiasi proposta di adesione al Partito Operaio, proposte che

furono spesso avanzate dai soci. Espelti affermava che

«

la Società

Muratori faceva da sé e non apparteneva ad alcun partito e non

voleva fare politica

»

e Ermolli dichiarava apertamente

«

Noi non

vogliamo

il

Socialismo

»

226

Su questa linea era anche Beccaluva e

queste posizioni trovarono spazio, accanto a quelle più avanzate di

Silvio Cattaneo, nelle prime annate del

«

Muratore

».

Polemizzando

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