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della federazione, sia attraverso

il

giornale che mediante circolari

e rapporti epistolari con le varie associazioni e

fu

merito soprat–

tutto della Società di Milano se alla fine, nel 1897, la Federazione

potè dirsi costituita e, dopo la parentesi del 1898, divenne una

delle più forti organizzazioni verticali di categoria allora esistenti

in Italia.

Si

è

già detto come l'iniziativa di una federazione fra i mura–

tori fosse parti ta dalla Società di Bologna e come si fosse giunti alla

convocazione di un primo Congresso murario nell'agosto 1886, cui

partecipò la Società Muratori di Milano, appena costituitasi

211 hl•.

In

quella occasione venne deliberato che tutti i rappresentanti si

sarebbero impegnati a divulgare l'idea della federazione e fu sta–

bilita una quota

di

5 centesimi al mese per ogni socio, rendendo

obbligatorio per tutti i soci delle Società federate il giornale

«

Il

Muratore

»

che allora si stampava a Torino per cura dell'associa–

zione locale; si nominò quindi un Comitato federale, con sede a

Bologna. Dopo quel Congresso, però, non tutte le Società che

avevano aderito mantennero gli impegni presi attraverso i loro

rappresentanti, per cui i risultati furono praticamente quasi nulli

212

Ciò nonostante , nel marzo 1887 si tentò

di

organizzare un secondo

Congresso a Bologna. La Società di Milano mandò il suo consi–

gliere federale Espelti ed

il

segretario locale Ermolli che però, se–

condo quanto si legge su

«

Il Muratore

», «

non vedendo prese in

considerazione le vedute dell'Associazione di Milano, si ritirarono

dalla Federazione

» '".

Si era trattato di accordarsi sull'aumento

del contributo mensile a 10 centesimi, per costituire un fondo di

resistenza a favore

di

quelle Associazioni che avessero voluto scen–

dere in lotta, ma la maggioranza delle Società di muratori non vol–

lero mettersi sul terreno della resistenza. A proposito della situa–

zione di allora, scriveva il «M uratore» alcuni anni dopo :

«

A

rendere più triste la posizione della Federazione contribul pure

la disonestà

di

certi muratori che si trovarono alla testa delle più

forti Associazioni quali Bologna, Torino e Milano. Professandosi

essi paladini degli interessi dei muratori occuparono nei sodalizi

le più alte cariche sociali, per poscia, quando capitò loro l'occa–

sione, ,dare un calcio alle idee di emancipazione e schierarsi dalla

parte avversaria

» "'·

Diverse Associazioni, comunque, si allonta–

narono dalla Federazione in quella circostanza; quelle che rimasero

decisero

di

spostare a Torino il Comitato Federale, ma anche qui

i risultati furono negativi

«

causa la negligenza delle Società fede–

rate nel compiere il proprio dovere e per questioni personali sorte

fra i compagni

di

Torino, che portarono allo sfacelo la Federazione

ed

il

giornale dovette cessare le pubblicazioni ,. secondo quanto

affermò in seguito la stessa Federazione al suo Congresso

di

Ales–

sandria del 1902. Per quanto sul

«

Fascio Operaio» continuassero

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