

L'organizzazione e la propaganda nelle campagne.
Le
decisione di intraprendere un lavoro di organizzazione e di
propaganda nella provincia di Milano fu presa nel corso di un'as–
semblea della Società Muratori nell'autunno del 1887. Nei paesi
attorno a Milano i salari erano bassissimi ed il lavoro, nei mesi
«
buoni
»
si prolungava praticamente dall'alba al tramonto. D'in–
verno i cantieri chiudevano quasi tutti, il che aggravava le condi–
zioni di questi lavoratori, costretti a contare soltanto sui bassi red–
diti delle attività agricole; ciò influiva negativamente sul carattere
dell'emigrazione a Milano dei muratori e dei manovali, che erano
indotti ad accettare condizioni di lavoro e salari in netta con–
correnza con gli operai di Milano; questi ultimi, per Io più am–
mogliati e con la famiglia in città erano particolarmente danneg–
giati, in quanto dovevano far fronte ad un costo della vita più
elevato.
«
Loro prendono 1,50 e mangiano pane giallo e polenta
- scriveva
«
Il Muratore
» -
qui 2-2,50 e sono contenti perché
mangiano solo pane
»
188
•
Data questa situazione, la Società Muratori si pose subito l'obiet–
tivo di un'azione di propaganda nei paesi della provincia dove esi–
steva un buon numero di muratori, per organizzarli in sezioni fi.
liali, chiedendo anche per essi un miglioramento di orario e di salario.
Nel gennaio 1888 erano già costituite le sezioni di Sedriano,
Settimo Milanese, Affori, Niguarda, Sesto San Giovanni e Chiara–
valle
189
,
ma l'azione dei propagandisti procedeva con difficoltà, so–
prattutto per l'accanita opposizione del prete che poteva contare
sull'influenza che riusciva ad esercitare facilmente sull'animo delle
donne. La lotta pertanto, più che contro il padronato, veniva con–
dotta contro il prete, che del resto funzionava in genere come
«
longa
manus
»
dei padroni. Era inoltre difficile far funzionare le sezioni,
in quanto i proprietari non volevano affittare i locali; questo osta–
colo venne superato soltanto dopo il 1901 quando l'organizzazione
dei muratori fu in grado di realizzare numerose cooperative edilizie
per cui, oltre ai locali per i muratori, si ebbero quelli per le se–
zioni socialiste, i circoli ricreativi, le cooperative di consumo, ecc.
A quell'epoca invece, quando non riuscivano ad ottenere un locale
dove· tenere la riunione, i propagandisti della Società dovevano ac–
contentarsi di un tavolo, che sistemavano per lo più sulla piazza della
chiesa, nei giorni di festa, con il rischio di essere presi a sassate
dagli stessi paesani. Un'idea delle difficoltà incontrate e dei mezzi
usati da questi operai che pure riuscirono a costituire, nel giro di
soli venti anni, ben 80 sezioni affiliate alla Società Muratori di Mi–
lano'"', si può trarre dalle testimonianze di un vecchio sindacalista
milanese che da ragazzo, garzone muratore, accompagnò spesso i
dirigenti della Società nei giri di propaganda:
287
Biblioteca Gino Bianco