

non
era
scomparsa la piccola impresa di tipo artigianale, la figura ti–
pica del capomastro delle imprese edili era quella di un imprenditore
che eseguiva lavori di costruzione per lo più
per
conto di privati,
o per conto del Municipio, dello Stato o altri Enti a seguito di
concessioni ottenute in appalto. Il capomastro di questo tipo era
staccato dal lavoro manuale ed affidava il controllo dell'esecuzione
dei lavori, della quale era responsabile, ad alcuni assistenti. Questa
caratteristica era tanto più accentuata quanto più l'impresa era im–
portante ed aveva vari edifici in costruzione nello stesso tempo, sia
per proprio conto che per conto di terzi.
In base al Regolamento edilizio del Comune di Milano i progetti
di costruzione dovevano portare la firma di un ingegnere o archi–
tetto, ma la responsabilità dell'esecuzione poteva essere assunta
anche da un capomastro
55 •
Del capomastro in particolare era la re–
sponsabilità per i modi di esecuzione dei lavori, la buona qualità dei
materiali ed i mezzi per garantire un'assidua sorveglianza all'esecu–
zione delle opere. In considerazione di queste responsabilità e a ga–
ranzia che i capimastri fossero in grado di farvi fronte - soprattutto
quando nell'impresa mancava l'ingegnere (come spesso accadeva) -
il Municipio aveva stabilito che essi dovessero sostenere un esame
di patente che li abilitasse all'esercizio della professione; la patente
municipale doveva essere rinnovata annualmente e ciò poteva avve–
nire soltanto se il capomastro non si fosse reso responsabile, nel–
l'esercizio precedente, di violazioni del Regolamento edilizio
56 •
Per
il conseguimento della patente esisteva a Milano, dal 1872, una
scuola a corso triennale sorta per iniziativa della Società d'Incorag–
giamento per le arti e i mestieri
57
e sovvenzionata dal Comune e
dalla Provincia; la scuola era frequentata soprattutto dagli assistenti
dei cantieri edili (si tenevano anche corsi serali), in notevole percen–
tuale provenienti da altre province del Regno e anche dall'estero, in
particolare dal Canton Ticino. Dalla scuola uscivano in media 40
capimastri patentati all'anno; la patente dava un credito considerevole
anche fuori Milano, nonostante avesse validità legale soltanto nel–
l'ambito del Comune e non fosse riconosciuta per il concorso ad
appalti statali
58 •
Il fatto comunque che ne esistesse l'obbligo per
l'assunzione di lavori comunali contribui notevolmente alla qualifi–
caziòne professionale della categoria e a combattere il malcostume
dei costruttori improvvisati che esercitavano il mestiere senza averne
le cognizioni necessarie.
È
difficile stabilire con esattezza sia il numero dei capimastri ed
imprenditori edili in genere, che la consistenza economica delle im–
prese di costruzioni per tutto
il
periodo dal 1860 alla fine del se–
colo. Secondo il censimento del 1881 ci sarebbero stati a Milano
331 fra capimastri ed assistenti; altri 28 furono censiti negli altri
comuni del circondario
59
•
Nella monografia dell'ing. Mazzocchi si
255
Biblioteca Gino Bianco