

legge che attorno al 1883 si contassero a Milano circa 350
fra
capi–
mastri ed assistenti
60 •
Da altra fonte si rileva che nel 1881 i capi–
mastri patentati, a Milano, sarebbero stati 173 ed erano in continuo
aumento per l'incremento dell'edilizia
61
•
Da una pubblicazione di
dati statistici a cura del Comune di Milano, risulterebbe che nel
1884 esistessero in città 185 imprese di capimastri e cottimisti
62 •
Durante lo sciopero del 1887 si parlò di 270 capimastri
61
;
nel 1891,
da fonte difficilmente controllabile, risulterebbe che fossero saliti
a 361 oltre a 45 fra imprenditori ed appaltatori
64 ;
a questo au–
mento non dovette però corrispondere un aumento proporzionale
delle imprese costruttrici, in quanto soprattutto in quel periodo molti
assistenti ottennero la patente da capomastro, senza essere però in
grado di iniziare un'attività per conto proprio.
In
merito alla consistenza economica delle imprese di costruzione
si hanno soltanto alcuni dati riferentisi all'ultimo decennio del
secolo. Dai ruoli di R. M. del 1893 risulterebbero 114 imprese di
costruzione
65
•
In
testa figuravano le ditte F
.lii
Bonomi e Saldarini;
al terzo posto era la Cooperativa Lavoranti Muratori con un impo–
nibile di lire 9.600. Seguivano altre tre imprese con imponibili
dalle 7.500 alle 8.500 lire, sei dalle
5.000
alle 6.000 ed una con
imponibile di 4.500 lire; la grande maggioranza era tassata per
redditi dalle 1.000 alle 3.000 lire di imponibile ed anche inferiori.
La Ditta F.lli Bonomi, una delle più importanti a quell'epoca, im–
piegava circa 1.200 operai nel settembre 1891 - in periodo cioè di
disoccupazione edilizia - distribuiti nei vari cantieri della città
66 •
La consistenza numerica degli operai variava notevolmente nei
cantieri edili, non soltanto in relazione alla mole del fabbricato in
costruzione, ma a seconda del procedere dei lavori, per cui il numero
degli operai poteva variare attorno a medie di 60-90 addetti (a secon-
da della grandezza dell'edificio ) durante la fase di costruzione, e a
medie di 35-50 operai a caseggiato coperto
67 ,
con una forte diminu–
zione fra la manodopera di servizio (badilanti e manovali), mentre ri- -
maneva quasi invariato il numero dei muratori e dei garzoni.
La consistenza numerica della classe operaia addetta all'indu–
stria edilizia, dall'unificazione alla fine del secolo,
è
difficilmente in–
dividuabile, in mancanza di precise rilevazioni statistiche. I dati
dei primi censimenti, come è noto, sono insufficienti e poco attendi–
bili, soprattutto per la scarsa scientificità delle rilevazioni; in par–
ticolare non
è
possibile estrarre, da questi dati, il numero degli
operai addetti effettivamente alla costruzione di case, cioè dei mura–
tori, manovali, badilanti e garzoni. Sfugge inoltre a queste rileva–
zioni il gran numero di pendolari settimanali e degli operai stagio–
nali, particolarmente numerosf da aprile a settembre, che risiedevano
fuori Milano
68
•
Dati non precisi, ma più attendibili, si ricavano in–
vece dai frequenti riferimenti che appaiono attraverso notizie di
256
Biblioteca Gino Bianco