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piu unportante in Italia (e, per il settore musicale, nel mondo)

dell'industria tipografica, tanto da convogliare nelle sue aziende del

settore una grande quantità di lavoro dal di fuori.

Di tale sviluppo si avevano echi anche all'estero; e assai si–

gnificativo

è -

a questo proposito - quello che, nel 1882, scri–

veva la rivista mensile parigina

«

Le

Bulletin de l'Imprimerie »:

Milano soprattutto desta sorpresa.

!

vero che questa

città è,

sotto

il

punto

di

vista dell'industria libraria e tipografica, quello che Lipsia

è

alla Germania

e Barcellona

è

alla Spagna, ma

ci

riesce difficile lo spiegarci un tanto movimento

di

macchine da stampare. In un'ora si possono visitare 12 tipografie che pon–

gono in moto

130

macchine

48.

Il numero delle tipografie complessivamente operanti nel Mila–

nese nel 1893 era di 110, con un incremento di circa il 60% ri–

spetto al 1871.

Le

tipografie operanti in Milano città erano 88:

in esse trovavano lavoro 2.486 operai e venivano utilizzati 144

torchi e 361 macchine, tra cui molte

«

tra le più perfezionate»;

34 tipografie disponevano di forza motrice. Il numero delle mac–

chine poi era più che raddoppiato in poco più di un decennio

(da 144 a 361)

49 •

Passando ai dati della produzione si deve notare che, mentre

nel periodo 1881-1895 lo sviluppo numerico delle tipografie re–

gistrò un costante aumento, lo sviluppo delle pubblicazioni subl

oscillazioni riscontrabili non solo in Lombardia, ma in tutta Italia.

Infatti"' dalle 8.680 pubblicazioni italiane del 1885 si passò nel

1888 alle 10.863, di cui 2.133 in Lombardia, e dalle 10.758, di

cui 2.140 in Lombardia, del 1889 alle 9.416, di cui 1.909 in

Lombardia, del 1894 ed alle 9.437, di cui 1.840 in Lombardia,

del 1895. Tali oscillazioni, però, interessavano soprattutto la pro–

duzione libraria e non assolutamente la pubblicazione dei giornali.

Mentre infatti la produzione libraria italiana era in continua de–

crescenza particolarmente dal 1887, decrescenza avvertita pur se

in misura minore, anche a Milano, la produzione dei giornali e

delle riviste appariva invece decisamente aumentata alla fine del

1893; ad essa si doveva infatti lo sviluppo complessivo del settore.

Il numero dei periodici milanesi, da 216, quale era nel 1881,

sàll nel 1893 a 223: cifra questa assai indicativa se si pensa che

la produzione complessiva dei periodici italiani toccò il numero di

1.897

51 •

La produzione milanese, dal punto di vista del numero

delle testate, mentre superava largamente quella di Torino e di

Firenze, era inferiore solamente a quella di Roma che però, come

osservava

«

L'Arte della Stampa», aveva per sé due circostanze

eccezionali: di essere la

«

capitale d'Italia » ed inoltre di essere

«

alimentata nel regno del pensiero da due fonti diverse: quella

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Biblioteca Gino Bianco