Le
conseguenze della ristrettezza del mercato e della politica
governativa degli appalti erano accentuate
da
una politica doganale
protezionista che aumentava notevolmente i costi dei macchinari e
delle materie prime che l'industria tipografica doveva in larga mi–
sura importare; questi alti costi finivano per rappresentare un freno
allo sviluppo delle medie imprese, accentuando gli squilibri interni
del mercato mentre, d'altra parte, ostacolavano nelle grosse im–
prese la crescita dei salari. Il problema del dazio sui macchinari
e sulle materie prime (quali, ad esempio, l'inchiostro e i caratteri
da stampa) preoccupò molto in quegli anni gli imprenditori in
quanto di certe macchine in Italia non si trovavano neppure i
modelli
36 •
L'industria tipografica milanese dunque, nel primo quindicennio
post-unitario, pur registrando nell'insieme un notevole sviluppo
produttivo e {>Urannoverando al suo interno alcune
«
zone
»
alta–
mente progredite, presentava anche profondi squilibri organici
e
doveva soprattutto affrontare continuamente gravi problemi e osta–
coli che insidiavano lo stesso sviluppo delle pur moderne e
ra-
zionali grandi imprese.
·
Fu proprio la molteplicità e la gravità dei problemi che si op–
ponevano ad un più sicuro e armonico sviluppo che portò gli edi–
tori, i proprietari tipografi e i librai a fondare dapprima un Circolo
italiano della libreria, tipografia ed arti affini (scioltosi però nel
1865;
dopo un solo anno di esistenza) e poi una Associazione tipo–
grafico-libraria italiana
37
•
L'Associazione, suddivisa in due sezioni, la
sezione libraria, che comprendeva
gli
editori e i librai, e la sezione
tipografica che comprendeva i tipografi proprietari, ebbe come suo
organo ufficiale la
«
Bibliografia Italiana
»,
che diventò ben presto
un potente strumento cli coordinamento e di pressione.
Lo
scopo
dell'Associazione era quello
di
migliorare moralmente e materialmente
le condizionidel proprio commercio
e delle arti industrialiche ne dipendono;
di
creare e mantenerefra
tutti
i
soci
rapporti
di
buona fratellanza;
di
avere una rappresentanza ufficiale per lo
studio delle questioni professionali,
ed
anche per tutelare
di
fronte all'autorità
ed
ai terzi gli interessi generali della Libreria
e
della
Tipografiaitaliana
38,
Di fatto l'Associazione diventò uno strumento al servizio so–
prattutto dei grandi imprenditori milanesi che, nel panorama na–
zionale, si dimostrarono i più sensibili ai problemi del loro settore.
Ciò
è
dimostrato dal fatto che .-alla Associazione rimasero estranei
di regola i piccoli proprietari; inoltre la sede
fu
trasferita da Fi–
renze a Milano dopo pochi anni
di
esistenza.
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Biblioteca Gino Bianco




