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mesi, tanto da presentarsi all'Esposizione Nazionale del 1881 a

Milano in condizioni assai floride.

A quella data infatti, le tipografie a Milano erano già 62,

provviste di 144 macchine da stampa, di cui 21 doppie e 123

semplici, mosse per la massima parte dal vapore, e di 117 torchi.

La disoccupazione

fu

rapidamente eliminata: i compositori sali–

rono infatti da 588 a 720 (di cui però 200 apprendisti) mentre

il

numero degli impressori rimase stazionario (345 nel 1881, 341

nell'80). Anche le industrie collaterali apparivano in buone con–

dizioni nel 1881: la fonderia dei caratteri, infatti, era praticata

in 13 stabilimenti (nel 1859 erano 6), in cui trovavano lavoro

120 operai tra uomini e donne (nel 1859 erano 80); la litografia,

d'altro canto, contava 62 stabilimenti (nel 1859 erano 13) in

cui

trovavano lavoro più di 1.000 operai. La stampa da musica, che

per la posizione di quasi monopolio di cui godeva sul mercato in–

ternazionale meno di ogni altra aveva sublto gli effetti della crisi,

si era ulteriormente sviluppata: si contavano

5

stabilimenti, di cui

due di grande importanza (Ricordi e Lucca), rispettivamente con

70 e 40 operai. Particolare importanza aveva poi assunto l'indu–

stria delle carte da gioco, in cui si distingueva per la fortissima

produzione ed anche per il progresso tecnico la ditta Edoardo Dotti,

mentre in via di sviluppo appariva ancora l'unica fabbrica pro–

duttrice di inchiostri, la Orsenigo

43 •

Alla fine del 1880, la produzione dei periodici era ormai alta

e stabilizzata. A quella data si pubblicavano infatti a Milano 216

periodici (si pensi che a Roma se ne pubblicavano 147, a Torino

155, a Napoli 114 e a Firenze 101), e di questi 12 erano i quo–

tidiani politici" tra cui il « Corriere della Sera », « Il Journal

d'Italie », la «Lombardia», l'« Osservatore Cattolico», la

«

Per–

severanza», il «Pungolo», la «Ragione», il « Secolo», lo

«

Spet–

tatore

»

e il « Sole

»

45 ,

che superavano complessivamente una ti–

ratura giornaliera di 70.000 copie

46 •

A livelli elevati arrivava in quello stesso anno la produzione

libraria:

«

La Biblioteca di Brera nell'anno 1880 ricevè 1.692 vo–

lumi e 1.131 opuscoli.

In

questa cifra è compreso

il

contributo di

tutte le province lombarde; ma si può calcolare che Milano dia

almeno 4/

5

della produzione totale

» ".

Il grande _sviluppo degli anni 1881-1895.

Negli anni che vanno dal 1881 al 1895, salvo una breve inter–

ruzione dal 1888 al 1889, l'industria tipografica italiana, e in par–

ticolare quella milanese e le industrie ad essa

affini,

conobbe un

periodo di grande sviluppo. Milano era ormai diventata il centro

14

Biblioteca Gino Bianco