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nd

189, ,

limitatamente però alla sola pubblicazione del «Secolo»,

in società

in accomandita semplice: la ·Società Editrice Sonzogno.

Gli accomandanti erano ben

183

(la cifra

è

altamente indicativa

dd credito di cui la ditta ormai godeva), mentre unico accoman–

datario,

a responsabilità illimitata, era Edoardo Sonzogno

111•

Notevolmente ampliate risultavano nel 1890 anche le dimen–

sioni della tipografia degli Editori Fratelli Treves, il secondo grande

editore-tipografo di Milano. Infatti lo stabilimento, in cui trovavano

lavoro ben 2,0 operai, appariva suddiviso in 10 sezioni che abbrac–

ciavano tutto il ciclo della produzione

70

La

mole di lavoro era im–

ponente: solo nel 1891 vennero pubblicati 100 nuovi volumi, oltre

alle numerose ristampe

71

e ai vari giornali illustrati, tra i quali una

particolare diffusione aveva

«

L'Illustrazione Italiana

»

72

Un'altra casa editrice con annessa tipografia che raggiunse in

questo quindicennio notevoli dimensioni

fu

la Ditta Giuseppe Ci–

velli. Il Civelli, oltre ad essere proprietario della tipografia mila–

nese, possedeva altre 5 tipografie (a Verona, Firenze, Roma, To–

rino ed Ancona), 2 cartiere e una fonderia di caratteri. Di tutte le

tipografie del Civelli la più importante e per dimensione e per

produzione era senz'altro la milanese che, oltre ad essere quella in

cui si stampava il quotidiano

«

La Lombardia

»,

produceva pre–

gevoli carte geografiche e lavorava anche su commissione

73

Lo

stabilimento milanese del Civelli dava lavoro nel 1890 a 190 ope–

rai (di cui 24 donne ) ed era anch'esso diviso in varie sezioni

74

Tra le ditte editrici più antiche e più importanti con uno sta–

bilimento tipografico piuttosto sviluppato erano anche le ditte

An–

tonio Vallardi, specializzata in libri scolastici e in carte geografi–

che

75 ,

e Francesco Vallardi

76 ,

specializzata soprattutto nella pub–

blicazione di opere scientifiche, enciclopedie e dizionari tecnici, il

cui stabilimento tipografico faceva largo impiego - soprattutto

nella Sezione compositori - di mano d'opera femminile, intro–

dotta in seguito allo sciopero del 1880 ed accresciuta negli anni

successivi tanto da essere, verso il 1890, prevalente rispetto a

quella maschile.

• Il processo di espansione dell'industria tipografica non

fu

limi–

tato soltanto alle tipografie annesse a case editrici, ma coinvolse

anche alcune di quelle tipografie il cui lavoro era affidato unica–

mente alle commesse private e pubbliche. Si trattò sempre, tuttavia ,

di imprese che già nel primo periodo post-unitario avevano rag–

giunto notevoli dimensioni o comunque conosciuto periodi di pro–

sperità. Tra queste tipografie, particolare importanza acquistò la

ditta Rebeschini e C. (ex Bernardoni)

77

,

con annessa officina carte–

valori, in cui lavoravano 117 operai.

19

Biblioteca Gino Bianco