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fine, che veniva stampato nella tipografia del Patronato e la

cui

tiratura oltrepassava appena le 3.000 copie.

La consistenza numerica della mano d'opera impiegata nella

produzione dei quotidiani

è

facilmente deducibile dal numero dei

compositori addetti a ciascuno

cli

essi nel 1891

55 :

18 tipografi

compositori lavoravano al « Secolo», 16 al « Corriere della Sera»,

12

ali'«

Italia», 11 alla « Lega Lombarda», 20 alla « Perseve–

ranza

»,

12

all'

« Italia del Popolo », 8 al « Mattino », 15 alla

«

Lombardia », 11 al « Commercio », e 13 al « Sole

».

Un ulteriore sicuro indice dello sviluppo assunto dal settore

è

rappresentato dalla forma giuridica che sempre più frequente–

mente assumevano le imprese tipografiche. Si assiste in questo pe–

riodo alla costituzione

cli

un numero sempre crescente

cli

società,

anche

per

azioni, sia per imprese già esistenti, che

cli

nuova for–

mazione. Tale fenomeno importava - per dirla con il Monta–

nelli

56

-

una sempre maggiore « emancipazione completa... della

personalità individuale » dell'imprenditore e cioè la unione di ca–

pitali

cli

più soggetti, a volte numerosissimi e persino anonimi, e

il ricorso al mercato dei capitali: in una parola il radicale abban–

dono della dimensione artigianale. Per avere un'idea dell'ampiezza

e del significato del fenomeno basti ricordare che nel 1887 si tra–

sformò in società la ditta Ricordi

57 ,

nel 1890 la ditta Pirola

58

e

nel 1895 la Sonzogno

59 ,

mentre si costituirono in società quasi

tutte le nuove tipografie (nel 1890 Carcano e Pirelli, Capriolo e

Massimino, Sormani e Massa ecc.), e molte altre industrie collegate

alla tipografia (quali fonderie

cli

caratteri, litografie, legatorie ecc.).

Il fenomeno

fu

particolarmente evidente nei giornali: nel 1884,

infatti, si costituirono in società in accomandita semplice « La Per–

severanza » e il

«

Pungolo »

'°;

nel 1885 il

«

Corriere della Sera »

61

e l'« Italia »

62

e, nel 1895, anche « Il Secolo»

63

La riprova

cli

come la forma societaria implicasse un salto qua–

litativo nelle dimensioni dell'impresa

è

data infine dal fatto che

tale forma appariva come un requisito indispensabile per soddisfare

le condizioni assai gravose di accesso ai pubblici appalti: signifi–

cativo a questo proposito

è

il fatto che nel 1895 i tipografi Re–

beschini, Rechiedei e Reggiani si dovettero unire in società in

açcomandita per ottenere l'appalto della somministrazione della

carta e degli stampati tipografici e litografici per le Società Fer–

roviarie

64 •

La

crescita dell'industria tipografica favorl un parallelo incre–

mento delle industrie collaterali e minori (quali quelle della lito–

grafia e della fusione dei caratteri); si può affermare perciò che

tutto il settore delle arti grafiche registrò in questo periodo una

fase

cli

rapido sviluppo i cui caratteri ripresentano le peculiarità

e le tendenze che già avevano contrassegnato la fase del

«

risorgi-

!?

Biblioteca Gino Bianco