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operaia ,.. Ciechi in effetti dovevano rimanere ancora a lungo gli

operai monzesi, ma ancor più miope si dimostrava

la

classe impren–

ditoriale nell'ostacolare questa organizzazione, che pure si era fin

dall'inizio posta su un'aperta via riformistica. A giustificare la loro

costante tendenza alla conciliazione, i rappresentanti della Camera

del Lavoro adducevano il motivo (senza dubbio influente ma al quale

avrebbero dovuto essi stessi por rimedio) della insufficiente forza

derivante alle organizzazioni operaie dalle scarse e tiepide adesioni

dei lavoratori.

In

una corrispondenza da Monza alla

«

Battaglia

»

di Milano

nel febbraio 1896, in occasione dello sciopero iniziato nello stabili–

mento G. Paleari per l'iniziativa di 7 operai della sezione

«

in nero

»

cui si voleva ridurre il salario per l'introduzione di una nuova

macchina

265,

si sottolineavano cosi gli affetti negativi dell'apatia

operaia:

Sgraziatamente,

per

la

mancanza d'organizzazione

per

arti e mestieri,

la

classe operaia monzese si

è

avezzata a subire

tutti

i

ribassi che le sono

im–

posti.

I

proprietari, che a differenza

di

quelli

di

altre nazioni non

hanno

saputo

unirsi

essi pure

ìn

forti

sindacati, forzati dalla concorrenza tentano

di

rifarsi sulla mano d'opera e quando loro arriva qualche grossa commissione

hanno l'abitudinedi riunire i loro operai e

dir

loro:

Ci

fate questa impor–

tante partita col ribasso

di

tanto? Gli operai,

non organizzati,

tra la tema

di

restar

disoccupati

e la golosità

di

guadagnarqualcosa

di

più sgobbandocome

cani,

accettano, facendo cosl

il

giuoco dei

padroni,

immiseriscono vicppiù

la

già

misera loro condizione. Questi casi che sl spesso avvengono

in

Monza sono

la dimostrazione esatta del fenomeno economico del progressivo sfruttamento

dei lavoratori e dovrebbero aprir

gli

occhi anche

ai

men cauti, che

poco

giova

prendet deliberazioni

avventate

quando non si

è

abbastanza

fotti

da

potet

coll'unione tener testa

alla

oppressione capitalistica

266.

Eppure in questi anni era frattanto maturata una sensibile

variazione di indirizzo anche nella Società Mutua Cappellai che,

evidentemente per la sua mutata dirigenza, nel 1895 deliberava di

appoggiare in occasione delle elezioni amministrative la lista del

Partito Socialista, nel 1896 stabiliva l'obbligo per tutti i suoi soci

di iscriversi alla Camera del Lavoro e nel 1897 di solennizzare il

•1° maggio coll'astensione dal lavoro e l'imbandieramento della sede

sociale! "'·

Mentre dunque le organizzazioni operaie monzesi si dibattevano

in queste contraddizioni (da un lato la proclamazione aperta dei

principi socialisti e dall'altro la concreta scarsa e debole azione di

propaganda e di lotta per la tutela dei diritti degli operai) gli

stessi imprenditori, nel loro organo nazionale cosi rilevavano nel

giugno del 1897 le conseguenze della disparità di atteggiamento fra

le diverse società operaie italiane:

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Biblioteca Gino Bianco