Carmine sull'imposta di ricchezza mobile sui salari degli operai
m
ed ancor più evidente nella adesione entusiastica alla ricostituzione
della Camera del Lavoro, contrastata dalle autorità•.
Questo nuovo risveglio dei cappellai monzesi era largamente
documentato nella relazione morale e finanziaria dell'Unione Lavo–
ranti Cappellai presentata il 14 novembre 1900
219
,
dalla quale ri–
saltava l'incremento registrato dall'organizzazione dopo
il
1898,
quando, come ricordiamo, all'Unione risultavano iscritti prim~ de~
maggio poco più di 300 operai. Alla fine del settembre 1899
I
soa
erano saliti a 1.161, ed allora, nel novembre 1900, sommavano a
1.500, dei quali 1.300 uomini e 200 donne. Gli operai monzesi del
cappello, come precisava la relazione, erano in tutto 2.960 (esclusi
garzoni e facchini), di cui 1.459 uomini e 1.501 donne: evidente
quindi da un lato la larghissima partecipazione maschile (risulta–
vano iscritti 1'89,10% ), dall'altro la insufficiente organizzazione fem–
minile (le donne erano iscritte solo per
il
13,32% ). Ma
il
fermento
operaio era ancor più evidente nelle continue vertenze che insorge–
vano negli stabilimenti
290 ,
che spinsero finalmente l'organizzazione
operaia ad iniziare serie trattative per la compilazione della tariffa
unica
291 •
Nel febbraio del 1901 nasceva poi la questione delle suore allo
stabilimento Ricci che, con lo sciopero generale che ne segul
(il
primo dopo ben 15 anni!), diede tutta la misura della rinata volontà
di lotta e compattezza della categoria. L'introduzione di tre suore
guardiane nella sezione
«
guarnitrici
»,
aveva provocato la protesta
di un centinaio di lavoratrici, che si erano rivolte alla Camera del
Lavoro per ottenere l'allontanamento. Questa iniziò trattative con
il Ricci per far valere le giuste ragioni delle operaie, ma l'industriale
si dimostrò irremovibile e anche a seguito della intromissione nella
vertenza della Lega Cattolica del Lavoro, che sostenne la legittimità
di un simile abuso, il 26 marzo la protesta divenne generale: scesero
in sciopero compatti tutti i lavoratori della categoria (2.050 uomini
e 1.450 donne!) comprendendo che una decisa presa di posizione
era necessaria ad evitare che un simile sistema fosse poi adottato in
altri stabilimenti. Il carattere della lotta (per la libertà di coscienza!)
ed il larghissimo schieramento operaio erano indubbi segni di una
nuova maturazione di classe dei lavoratori ed
il
vittorioso anche se
breve scioJ?Cro,che ebbe larga eco fra l'opinione pubblica anche in
campo nazionale,
fu
un duro colpo al clericalismo imperante
292•
In questa atmosfera di rinnovato ardore di iniziativa operaia (la
Camera d
7
1Lavoro aveva ormai raggiunto i 6.000 iscritti), nel luglio
1901_veniva d~to _l'annuncio,del IV Congresso Nazionale dei Cap–
pellai che, su 101Z1at1va della Sezione dell'Universale di Verona si
sarebbe tenuto_a Mo~a alla fine di settembre e dal quale sarebbe
nata la Federazione nazionale aderente alla Federazione Internazionale
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Biblioteca Gino Bianco




