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questa, vista l'ineluttabili~à- d':l ~?vimento or~anizzativ~

f~a.

gli

operai e le stesse contraddiz1om ali mterno del sistema_cap1talist1co,

ormai era costretta dai tempi ad accettare, anche se ovviamente nella

forma corporativa.

Erano del resto gli stessi socialisti che in un certo senso face–

fano proprie le ragioni degli industriali italiani minacciati dalla

concorrenza quando proclamavano che questa avrebbe potuto es–

sere evitata

«

solo quando gli operai, fatti coscienti dei loro biso–

gni, dei loro diritti, sapranno stringersi cosl fortemente con un

patto di solidarietà, formarsi in organizzazioni cosl forti e potenti

da poter imporre ai loro principali delle uniche condizioni minime

di lavoro, che valgano a salvaguardare la loro esistenza dai pericoli

di queste barbare lotte di concorrenza

»

173

Questo nuovo clima di aperte iniziative d'incontro fra organiz–

zazioni operaie e imprenditori fu bruscamente turbato dalle sangui–

nose giornate del maggio. Fra i 7 morti dell'eccidio del 7 maggio in

Monza, 2 erano cappellai ; fra i

14

feriti, poi arrestati,

5

erano cap–

pellai; fra i 13 processati a Monza il 31 maggio ben 8 erano cap–

pellai; dei

18

monzesi processati a Milano il 30 giugno (fra cui lo

stesso Reina e i principali esponenti della Camera del Lavoro),

10 erano cappellai

274

Questi dati ci sembrano molto eloquenti per

rilevare la presenza in prima fila e quindi la disponibilità alla lotta

dei cappellai monzesi anche in questa occasione. Inutile dire che

durante lo stato d'assedio furono sciolti anche in Monza la Camera

del Lavoro e il Circolo Socialista e fu soppresso il giornale

«

La

Brianza Lavoratrice

».

Ci sembra però alquanto compromettente ed estremamente si–

gnificativo dell'orientamento sostanzialmente moderato dell'Unione

Lavoranti Cappellai, il fatto che proprio l'organo imprenditoriale

desse l'annuncio del suo avvenuto scioglimento affermando:

«

quan–

tunque debbasi dichiarare ch'essa seppe sempre far valere le sue

ragioni con equanimità e moderazione

».

Il giornale poi cosl prose- •

guiva:

«

Ultimamente,

è

vero, si erano formate delle correnti

ostili e si parlava già di una prossima campagna, ma con una pron–

tezza e decisione ammirevole gli industriali seppero incontrare

nel limite giusto i loro operai e tutto rientrò nella calma solita,

prima che i torbidi scoppiassero

»

275 •

Era il

«

placet

»

padronale

all'atteggiamento apertamente riformistico dell'organizzazione! Ep–

pure la base operaia dimostrava, evidentemente anche in conseguenza

della presa di coscienza seguita agli eventi del maggio, proprio an–

c~ra durante lo stato d'assedio, la sua volontà di lotta anticapitali–

stica:

1'8

agosto, malgrado ,il clima fortemente intimidatorio scen–

devano in sciopero

16

pressatori del Cappellificio Carozzi per ~pporsi

ad ~a diminuzi~ne di salario e lo sciopero, cui parteciparono poi

tutti 1 700 operai dello stabilimento, durò ben 15 giorni

116•

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