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si dichiarò sostituita al Comitato, che presentò alle autorità le proprie

dimissioni

«

non volendo assumere la responsabilità di quanto può

accadere in vista della caparbietà dei principali

»

215

La Lega continuava la distribuzione di sussidi e si era anche

provveduto ad una quotidiana distribuzione di viveri agli scioperanti

(un pezzo di pane, una misura di riso, una fetta di lardo, la

cui

quantità era regolata secondo i bisogni delle famiglie)

216

I fondi

di resistenza sembravano inesauribili: la Mutua Cappellai, nuova–

mente costrettavi dal corso degli avvenimenti, aveva erogato 2.000

lire, e oltre al contributo fisso dei cappellai lavoranti a mano, afflui–

vano soccorsi in danaro da ogni parte d'I talia

217

A questa meravigliosa volontà di resistenza gli imprenditori

opponevano la più netta intransigenza, essendo sempre fermi nel

mantenere le loro liste di

«

proscrizione

»

218 •

Il duro braccio di

ferro si protrasse ancora fino ai primi di agosto, quando alla fine

gli operai dovettero cedere alla più forte coalizione padronale, al

clima fo!temente repressivo messo in atto con l'aperta complicità

dell'autorità politica, ed alle conseguenze economiche della lunga,

estenuante lotta. Non a caso lo sciopero finl il 2 agosto, dopo che

il giorno precedente si era proceduto con grande apparato di

po–

lizia alla perquisizione della sede della Lega. Pochi giorni dopo, il

5 agosto, si processarono per direttissima tre operai

219;

altri 37 operai

furono denunciati e processati poi nel novembre

220 •

Con la loro lunga azione i cappellai avevano ottenuto solo che

gli imprenditori riducessero il numero dei licenziamenti a 52 ope–

rai

221

:

non era stato invece possibile ottener e il riconoscimento della

Lega che pure era stato l'obiettivo principale della lotta. La fine

di questo sciopero, con la repressione che ne segul, segnò anche la

fine, per un lungo periodo, come abbiamo già sottolineato, dello

slancio combattivo di massa che aveva animato

la

categoria in

questi due anni.

Il clima repressivo instaurato da governo e imprenditori fu sot- •

tolineato dall'on. Maffi nel discorso che fece agli operai in occasione

del

Il

Congresso Nazionale dei Cappellai, che si tenne ad lntra il

7 e 8 settembre dello stesso anno. Il Congresso, come si ricava

dalla cronaca che ne fece la

«

Gazzetta Piemontese

»

222

(in cui si

parlava esplicitamente di

«

Congresso Nazionale Associazione Uni–

versale dei Cappellai

»),

sottolineò la caratteristica di resistenza delle

società affiliate all'Universale, anche se ne era evidenziata

la

di–

sparità di atteggiamento politico. Sappiamo

223

che in questo congresso

fu avanzata la proposta

di

istituire un fondo comune per gli scioperi

e fu presentato uno schem; di statuto che se fosse stato adottato

avrebbe dato vita ad una vera e propria società di resistenza all'uso

inglese. Prevalse invece la corrente più moderata e queste

proposte

208

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