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come abbiamo detto, se nella categoria si era finalmente raggiu_nta

una compatta solidarietà di classe, altrettanto salda era la solida–

rietà stretta fra i proprietari con l'accordo segreto che abbiamo più

sopra citato. Il patto di alleanza fra gli industriali scattò immediata–

mente: gli operai degli altri stabilimenti si videro subito affidato del

lavoro straordinario, che riconobbero per

«

merce Meroni

»,

e avendo

compreso di esser stati cosl posti nella condizione di danneggiare i

compagni in lotta, si rifiutarono di eseguire questi lavori. Gli indu–

striali risposero arrogantemente di non aver altro lavoro da affi–

dare loro, e lo sciopero

il

giugno si allargò cosi ai

1.140

operai

di tutte le grandi fabbriche monzesi

»

204 •

La coalizione padronale

aveva evidentemente previsto anche questo : pochi giorni dopo,

come testimonia

«

L'Italia

»

205

,

«

scortati da carabinieri e guardie

giungevano alla spicciolata operai dai villaggi, e subito erano chiusi

a chiave, non potendo più comunicare con alcuno, asserragliati nelle

fabbriche

».

Questa malcelata ulteriore provocazione padronale non poteva non

inasprire gli animi degli operai in lotta, e sfociò 1'8 giugno in un

episodio che aggravò la situazione consolidando la volontà di resi–

stenza dei cappellai. Essendosi sparsa la voce dell'arrivo da Cara–

vaggio di numerosi

«

crumiri

»,

gli scioperanti si raccolsero lungo

il

Borgo Bergamo ad attenderli. Il gesto di una operaia (certa Maria

Varisco) che accolse l'arrivo di due carri pieni di donne gettando

loro un pezzo di pane gridando:

«

Volete rubarci

il

pane? Avete

fame? Mangiate anche questo

1 •••

»

provocò l'immediato intervento

del delegato di P. S. Sartorio che ne ordinò l'arresto . Ovviamente

ne segui un tumulto, con il risultato che, rilasciata per la pressione

della folla la donna, furono però arrestati due operai intervenuti

in suo difesa (Carlo Varisco, suo fratello, e certo Piazza Antonio)

e processati l'indomani per direttissima. Difesi dall'avv. Mapelli,

il

Varisco fu assolto e il Piazza fu condannato a due soli giorni

di

arresto: evidentemente il Tribunale volle cosi attenu are le riper–

cussioni che un episodio dj aperta repressione non avrebbe potuto

non avere fra gli operai

206•

Era tale infatt i lo sdegno popolare che in un'assemblea tenuta

il 9 giugno alla Lega dei Figli del Lavoro (cui convennero oltre

2

.000

ope~ai) minacciò di prevalere la decisione di uno sciopero

generale d1 tutte le categorie: gli imprenditori e con essi l'autorità

politi~a furono fortemente impressionati da questa impetuosa deter–

m1~az10nealla .res1ste~a degli operai. Mentre si spargeva la voce

(ch~aram~nte ricattatoria) che i cinque grandi industriali avessero

de~1s_o, d! t~as_fenre.altr?ve le, !oro fabbriche"", ferveva una grande

att1v1ta 1_nt1~1da_toria di polizia: tanto la guarnigione locale che la

compagnia _d1rmf".rzo spedita da Milano erano permanentemente

consegnate m queruer e. Ma la resistenza operaia era solidamente or-

206

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