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sociale

» -

e la trasmettevano al sottoprefett? considerando con

questo atto di poter porre fine alla controversia.

In

essa '", dopo l'affermazione de~~ equità dcli~ tariffe pro–

poste (mentre si giudicavano inac~ett~bih 9uelle operat_e)era ~onte–

nuta un'aperta sfida alla volonta di resistenza degli operai che

val la pena di riportar e integralmente:

I fabbricanti sottoscritti - ritenuta la dichiarazione della pur sottoscritta

ditta P. Palcari di accettare nella loro fabbrica a partire da lunedl 29 settembre

1884 rutti

gli

operai che già eranvi addetti - trovano cessate le ragioni per

le quali avevano accolti nelle rispettive fabbriche

gli

operai della ditta sum–

menzionata,

ed

intendono

quindi

di licenziarli e

li

licenzieranno con sabato

27

corrente,

dichiarando

fin

d'ora che non

li

accoglieranno

in

seguito nei

loro opifici, quando non siano ritornati a prendere lavoro presso la ditta

suddetta.

E, quel che

è

più grave, aggiungevano:

Per dovere

di

solidarietà,

i

sottoscritti, nel caso in

cui gli

operai della

ditta Paleari non riprendessero

il

lavoro

per

lunedl 29 corrente, ne sceglieranno

tra

i

propri quanti corrispondano alla metà

di

quelli perseveranti nello

scio–

pero Palcati, e

li

inviteranno a prestar lavoro presso la ditta medesima;

in caso

di rifiuto dei prescelti si riservano di deliberarne

il

licenziamento.

A questa chiara sfida, con la quale si disconoscevano i più ele–

mentari diritti degli operai, malgrado la tentata mediazione conci–

liatrice dell'avv. Mapelli (sempre zelante nel cercare di attenuare ,

le tensioni)

196

,

gli operai, decisi a non accettare le tariffe imposte

in forma ricattatoria, risposero con la proclamazione dello sciopero

generale della categoria.

A questa decisione giunsero compatti circa 1.500 operai in

un'improvvisata assemblea nella quale lo sciopero

fu

votato all'una–

nimità; la decisione era senza dubbio inaspettata, e la ferma volontà

di lotta della categoria dovette certo impressionare gli imprendi–

tori: era

il

primo concreto segno di risveglio di coscienza dei

cappellai monzesi che in quell'occasione avevano trovato la forza di

resistere compatti alla prepotenza padronale in quanto si sapevano

appoggiati da quella nuova forma organizzativa, la Lega dei Figli

del Lavoro, alla quale si erano associati in gran numero compren–

dendo finalmente l'inadeguatezza della loro vecchia associazione di

M. S._che aveva dimostrato di non saper realizzare nei loro con–

fronu che una ben misera protezione puramente assistenziale

197•

L'.imponente sciopero

fu

appunto sussidiato dalla locale Lega dei

Figli del Lavor? che, esauriti poi i suoi fondi, si rivolse alla

M~tua Cap~ella'.' la quale, co~trett avi dalla evidente spinta ope–

ra~a,

«

_elargivahre 500 e apriva a rutti i suoi soci in lotta un pre–

stito d1_hre 2 [

!)

da rimborsarsi entro tre mesi,.

198•

La grandiosa

lotta de, cappella, monzesi ebbe risonanza nazionale: lo prova

fra

204

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