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modo concretamente sulle condizioni di

vita e

di lavoro dei loro

iscritti.

Mentre negli altri centri dunque le stesse società di M. S. operaie

avevano fissato in tariffe locali le retribuzioni della categoria "'', a

Monza l'assoluta libertà che avevano gli imprenditori nello stabilire

i salari dei propri dipendenti era tesa come abbiamo visto a peg–

giorarne costantemente il livello di vita. E

fu

proprio da un tenta–

tivo di abbassare i già esigui salari che nacque la prima grande azione

concreta di lotta dei cappellai monzesi nel settembre del 1884.

Lo

sciopero, nato come azione di fabbrica nello stabilimento P. Paleari

e Figli, diventò poi generale e coinvolse tutta la categoria compatta,

provando come si fosse, per la prima volta in Monza, raggiunt a quella

solidarietà di classe e quella volontà di resistenza anticapitali–

stica che fino a quel momento erano mancate . Riferiamo in detta glio

le vicende di questa lotta soprattutto perché permettono di compren–

dere i sistemi in uso fra i fabbricanti monzesi per risolvere le con–

troversie con gli operai.

La ditta P . Paleari e Figli, che retribuiv a i suoi lavoranti per

qualche genere di lavorazione più degli altri fabbricanti locali, per

altri meno, decise di abbassare le paghe più alte al livello di quelle

degli altri stabilimenti ; gli operai si erano detti disposti ad accettare

purché fossero elevate le retribuzioni più basse. Dapprim a la ditta

accettò le proposte degli operai, poi pretese di limitare il ritocco alle

retribuzioni più alte. Di conseguenza gli operai abbandonarono il

lavoro. Su 130 scioperanti, 80 per l'interessamento dell'avv. Mapelli

trovarono lavoro presso le altre fabbriche (che evidentemente non

vedevano di buon occhio la concorrente). Ma questa rottu ra del fronte

padronale durò poco: i Paleari, sentendosi isolati, dopo 15 giorni di

sciopero rimisero la soluzione della vertenza ad una assemblea di

proprietari, fra i quali si era fatta strada la convinzione della ne–

cessità di una stretta collaborazione - come sottolineava

il

« Gaz–

zettino Annunzio »

191

-

« allo scopo di impedire il rinnovarsi

di simili contingenze perniciose tanto al capitale quanto alla mano

d'opera».

In

quella occasione si progettò addirittura uno Statuto « che

·soddisferà le giuste esigenze degli operai, ma toglierà loro certo

ogni speranza di potersi imporre irragionevolmente ai loro princi–

pali»

192 •

Concordate poi delle nuove tariffe - « non solo inferiori

a quelle che la ditt a Paleari si era obbligata ad accettare, ma ben

anche alla media delle tariffe monzesi », come sottolineò « Il Se–

colo »

193 -

senza minimamente interpellare la controparte operaia,

il 25 settembre 1884 i fabbricanti monzesi sottoscrivevano una de–

liberazione - che, come commentava «L'Italia»

194

,

era

«

qualche

cosa di sprezzante ed irriverente ad ogni concetto economico

e

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